giornali drogatiQuattro anni fa era Moggiopoli: fu questo il marchio di fabbrica della Gazzetta di Verdelli e Palombo quando nell'aprile 2006 fece lo scoop sullo scandalo. Oggi, per dirla con La Stampa, è Caos Calciopoli, cioè una situazione del tutto diversa, con gli avvocati difensori che annunciano quasi giornalmente nuove, importanti trascrizioni tratte dalle tante intercettazioni (forse 100.000) che gli inquirenti non hanno considerato o addirittura neanche sentito.

Situazione diversa, dicevamo, e i motivi sono tanti: non solo le intercettazioni sfuggite (cit.), non considerate o non ascoltate; ci sono anche altri fatti nuovi come: i metodi di indagine che hanno escluso accertamenti specifici per verificare se gli episodi contestati dall'accusa fossero dolosi; il capo della presunta combriccola romana (De Santis), che secondo gli inquirenti era un delinquente double face, un po' agli ordini di Moggi, successivamente anti-moggiano, salvo alla fine decidere Lecce-Parma, illecito perfetto secondo l'impianto accusatorio e figlio proprio del sistema Moggi; l'ipotesi della combriccola romana, praticamente saltata in sede dibattimentale; un arbitro presunto possessore di schede segrete e frattanto prosciolto.

Tanti fatti nuovi rispetto al quadro di riferimento sul quale, non va dimenticato, si è poggiata a suo tempo la sentenza Sandulli, tanto che i difensori di Moggi hanno dichiarato che valuteranno se non ci siano già gli estremi per chiedere la revoca delle condanne dell'estate 2006. E qui, com'era prevedibile, è scattata la reazione dei grandi giornali, quelli che, invece di fare informazione, hanno la pretesa di rappresentare il sentimento popolare e formulare giudizi prematuri per suo conto.

Il solito vecchio trucco, che ha funzionato nel 2006 e che adesso, però, potrebbe non funzionare. Perché per i grandi giornali lo scandalo è finito con la sentenza Sandulli (lo hanno scritto e lo scrivono in questi giorni: Calciopoli è finita con il processo sportivo); non hanno seguito il processo Gea, non sono interessati al processo di Napoli al quale dedicano poche righe di dispacci d'agenzia. Sullo scandalo del calcio i grandi giornali non hanno memoria, non possono averla e adesso i loro interventi, anche quando chiamano in causa firme di prestigio, sono come senza spessore e senza prospettiva, si direbbe che sono proprio senza senso.

E' senza senso, per fare l'esempio più eclatante, dire, come fanno tanti, che i pm hanno valutato come non significativa la telefonata di Moratti con Bergamo; la verità, invece, è che in sede processuale (nel rito abbreviato richiesto da Giraudo) il pubblico ministero ha dichiarato che non c'erano telefonate di Moratti e che nel contro-esame dei difensori di Moggi il colonnello Auricchio e lo stesso p.m. Narducci hanno dovuto ammettere che qualcosa eventualmente poteva esser sfuggito. Le trascrizioni che stiamo leggendo in questi giorni sui giornali sono state raccolte dagli avvocati difensori, erano sfuggite agli inquirenti; sono una novità, rappresentano fatti nuovi non solo per i giornali, ma anche per lo svolgimento del processo e verosimilmente per la stessa pubblica accusa.

Allo stesso modo è senza senso parlare di prescrizione per il fatto che si tratta di episodi della stagione 2004-05. I fatti nuovi emersi a Napoli e volutamente bucati dall'informazione tradizionale hanno a che fare con la possibile revisione del processo sportivo (art. 39 del Codice di Giustizia Sportiva), in dipendenza di quanto accertato in sede di giustizia ordinaria, nei vari gradi di giudizio (come autorevolmente sostenuto dal Presidente Emerito della Corte Costituzionale, Prof. Caianiello). Revisione che, come abbiamo sempre scritto, non ha scadenze temporali, ma semmai è vincolata appunto all'accertamento di fatti nuovi rispetto ai quali la sentenza della Commissione Disciplinare, che a stento poteva stare in piedi nel 2006, potrebbe non reggere più.

Noi di Ju29ro.com previsioni al riguardo non ne facciamo, non ci interessano i giudizi sommari né il fantomatico sentimento popolare. Riteniamo, per essere ancora più precisi, fuorviante la polemica di questi giorni "tutti colpevoli oppure tutti innocenti"; allo stesso modo riteniamo fuori luogo e senza fondamento l'accusa per cui ci sarebbero tifosi juventini che vorrebbero stravolgere le conclusioni del processo sportivo.

La nostra capacità di informare ha un riferimento diverso e, senza falsa modestia, un bagaglio conoscitivo assente in molte altre redazioni: facciamo riferimento all'ipotesi che, sotto certe condizioni, le sentenze dell'estate 2006 debbano essere riviste e i due scudetti riassegnati a chi li aveva conquistati sul campo; il bagaglio di conoscenze è frutto del lavoro fatto in questi anni, mentre corrieri e gazzette riempivano le loro pagine con le imprese dell'Inter e col nuovo calcio pulito; il contenuto del sito, l'archivio del nostro giornale, ci è testimone.

Non abbiamo certo la presunzione di conoscere già le ultime pagine della storia di Calciopoli; di sicuro, però, sappiamo come muoverci nel caos fotografato dalla Stampa, qualche giorno fa, con l'intervista a Moratti sulla scoperta di intercettazioni che riguardavano l'Inter, e sapremo stare attenti ai vecchi trucchi della stampa tradizionale.