orrori stampaIniziamo questa puntata di orrori ripartendo da quanto vi avevamo solo accennato nella scorsa puntata: il Focolari pensiero sulla richiesta di Zaccone al processo del 2006 e sul "Paparesta rapito". Sulla richiesta di serie B con penalizzazione da parte di Zaccone vale quanto rispondiamo a Ziliani e quanto ricorda Ditta, di RadioRadio, nel video allegato (dal minuto 6:00), dove l'intervento di Focolari è un esempio di giornalismo che ignora ciò di cui parla.
Non si chiede al giornalista di essere preparato su tutto ma, se si capisce poco di giurisprudenza, è meglio tacere su temi giudiziari piuttosto che lanciarsi in slalom spericolati e spiacciccarsi sul primo muretto, come fa Focolari. Il fine giurista Focolari, sul "Paparesta rapito", ci illumina alla fine del video (dal minuto 7:35) con un principio giuridico che ci era ignoto: "Il fatto non sussiste è una cosa, il fatto non è successo è un'altra". Non togliete il pane di bocca a quelli di Zelig.


Mitico Focolari
Clicca per ascoltare il "giurista" Focolari.


11.04.2010 -
ControCampo (Rete 4) - Paolo Ziliani, nella scheda di presentazione del dibattito sulla scoperta di nuove intercettazioni afferma che quando il presidente della CAF, Ruperto, chiese alla difesa: "Qual è secondo voi la pena giusta da infliggere alla Juve?" l'avvocato Zaccone rispose: "La pena accettabile sarebbe la serie B con punti di penalizzazione".
Sono tanti i giornalisti-tifosi che fanno questo riferimento, rispondiamo a Ziliani come se li rappresentasse tutti, lo eleggiamo capo ultras dei giornalisti-tifosi. Intanto è assolutamente falso che l'avvocato Zaccone diede quella risposta. Sfidiamo Ziliani e qualunque altro giornalista a riportare esattamente le parole dell'avvocato Zaccone; noi intanto riassumiamo il senso, sicuri di non poter esser smentiti né da Rete 4 e neppure dalla Cnn, che era questo: viste le penalizzazioni chieste per le altre società coinvolte, riteniamo congrua la serie B con penalizzazione. Zaccone ancorò la B della Juve a quella delle altre squadre: Lazio, Fiorentina e Milan, per le quali Palazzi aveva chiesto la B. Già, pure il Milan di Berlusconi, cioè del proprietario di Mediaset che paga lo stipendio a quelli che lavorano a Rete 4. Quel Milan che, per la gioia di Berlusconi, Ziliani e tutti i giornalisti-tifosi di Mediaset, non fu mandato in B, ma vinse poi la Champions. Non solo. Lo stesso avvocato Zaccone, intervistato in questi giorni, ha detto che le nuove intercettazioni cambiano il quadro di riferimento, avrebbero obbligato i giudici nell'estate 2006 ad una diversa contestualizzazione degli addebiti; avrebbero impedito, aggiungiamo noi, di chiedere la serie B per la Juve, avrebbero impedito a Paolo Liguori (ospite fisso di ControCampo) di esultare in diretta all'annuncio della sentenza della Disciplinare. Il vecchio intervento di Zaccone modificato ad arte e il recente intervento di Zaccone dimenticato: un orrore di stampa (e tv) al quadrato.

22.04.2010 - Il Fatto - "Ballopoli", di Marco Travaglio.
La migliore risposta all'articolo di Travaglio, che esaminermo dividendolo in parti, l'ha data Oliviero Beha in un articolo-risposta che vi consigliamo di leggere.
Scrive Travaglio: Moggi con la sua corte di vassalli, valvassori e valvassini più o meno forzati (Milan, Fiorentina, Lazio, Reggina) condizionava designazioni, arbitraggi, moviole e campionati. Gli altri no. Infatti la giustizia sportiva e quella penale han colpito quelle cinque società e non le altre (ora l’inchiesta della Figc stabilirà se ne manca qualcuna).
Il Milan di Berlusconi, uno dei suoi "pallini", vassallo di Moggi? Chissà che travaglio ha vissuto Marco per scrivere questo. Si chieda Travaglio: se nelle informative del 2006 ci fosse stato scritto quello che sappiamo solo ora, ovvero che anche l'Inter faceva le griglie con Mazzei e Bergamo, sarebbe stata punita anche lei? E la "prescrizione", in questo caso, come mai non gli procura l'orticaria e non viene abbinata al concetto di "colpevolezza"?
Se chi ha pubblicato le 75 intercettazioni sapesse anche leggerle, ne trarrebbe l’unica conseguenza possibile: bene han fatto il colonnello Auricchio e i pm Narducci e Beatrice a escluderle dal processo, visto che non contengono notizie di reato. Infatti Moggi le ha tirate fuori solo dopo cinque anni, per buttarla in caciara sui giornali, non certo per squisite ragioni giuridiche.
Il giudice Casoria non la pensa esattamente così, ne ha permesso l’acquisizione e, rivolgendosi al pm Narducci ha detto: "Mi sembrano rilevanti". Piaccia o non piaccia a Travaglio esistono anche le prove a discarico, come previsto dal C.P.P., e quelle telefonate sono "rilevanti" per il diritto alla difesa. Travaglio è certo che i pm le conoscessero e che le abbiano "escluse dal processo": si chieda perché Narducci ne abbia negato l'esistenza con il famoso "Piaccia o non piaccia non ci sono telefonate di Moratti, ecc...". Ma Travaglio, quando c'è di mezzo Moggi, fa anche errori elementari in matematica: cinque anni fa, nel 2005, lo scandalo doveva ancora essere dato in pasto alla stampa. Moggi le ha tirate fuori quando ha potuto chiedere gli atti e trovarle in un mare magno. Provi Travaglio a incrociare i dati e sbobinare 171.000 telefonate.
Perché Moggi procurava carte sim svizzere agli arbitri per parlare lontano da orecchi indiscreti?
Sim agli arbitri? E dove ha trovato una prova certa di quello che scrive? Sulle gazzette? Travaglio provi quanto scrive ed anche Di Laroni e Auricchio gli saranno grati, perché non le hanno potute procurare con certezza ai pm, ma solo "presumibilmente" e "ragionevolmente". Lo sa Travaglio che alcuni degli arbitri, a cui i carabinieri avevano abbinato delle sim svizzere, sono stati assolti nel processo con rito abbreviato perché per essere condannati non basta il "presumibilmente"?
Perché è stato condannato dal Tribunale di Roma a un anno e sei mesi per violenza privata nel caso Gea, la cupoletta dei figli di papà che comandava sul calcio?
Travaglio vada a leggere anche per aver fatto cosa è stato condannato, e scoprirà che ce ne sono centinaia di dirigenti che sono sui giornali per dissidi con i loro giocatori simili a quelli che hanno portato alla condanna di Moggi. Solo che non si chiamano Moggi, e non si aprono tanti fascicoli d'indagine. Travaglio, piuttosto, ricordi per cosa era imputato Moggi: associazione a delinquere finalizzata all'illecita concorrenza. Accusa sostenuta, in veste di pm, dal Presidente dell'ANM, con il supporto investigativo degli uomini di Auricchio. Accusa caduta, cupola e cupoletta crollate. Ed il pool di Auricchio è il "fornitore di prove", sempre per associazione a delinquere, anche per i pm di Napoli, in un processo dove i testi dell'accusa, finora, hanno sfilato riportando tante "sensazioni", "impressioni", e poco altro.
Se i giornalisti sapessero riportare quale era l'accusa e come è crollata in aula, anziché fare solo il titolone "Moggi condannato".
Se, come sostiene il clan, la cupola non esisteva o non contava, perché Moggi chiedeva un arbitro e quello puntualmente arrivava?
Travaglio sembra avere prove certe che il sorteggio era truccato, perché solo così sarebbe potuto "arrivare" l'arbitro che Moggi voleva. Gli indichiamo la via: vada in Procura e denunci, indicando i nomi dei suoi colleghi giornalisti e dei notai che sarebbero stati collusi. Teotino, per aver sostenuto che il sorteggio era "truccato" è stato condannato dalla Corte d'Appello del Tribunale di Roma.
Dopo un'elencazione delle colpe di Moggi, Travaglio si ricorda di citare, in coda, anche i fatti emersi negli ultimi giorni. Ma come lo fa? Così: "Si dirà: anche Facchetti chiese al designatore Bergamo che Collina arbitrasse Inter-Juve. A parte il fatto che Collina lo nomina Bergamo e non Facchetti, pochi sanno come andò a finire: fu designato Rodomonti che negò un rigore all’Inter e ne diede uno alla Juve.
Travaglio preferisce parlare della Facchetti-Bergamo, piuttosto che della telefonata con Mazzei dove, lo ripetiamo per i sordi, Facchetti chiede "il numero 1 degli arbitri" e consiglia l'escamotage di mettere in griglia due arbitri preclusi. Facchetti, il giorno dopo, contesta il nome di Bertini inserito in griglia e nulla dice quando Bergamo lo rassicura, nel caso uscisse Bertini, dicendogli: "Ci parlerò".
L’Inter contava come il due di picche: infatti la segretaria dell’associazione arbitri, Mariagrazia Fazi, moggiana di ferro, istruiva Bergamo su come intortare Facchetti fingendo di “stare con tutti, non come dicono che tu stai solo con Juve e Milan”. Per tenerlo buono. La telefonata conferma quel che si era sempre saputo, ma prima che Moggi la facesse pubblicare era sconosciuta."
Travaglio, che inserisce la Fazi in "quota Moggi", dimostra di aver studiato poco le carte di Calciopoli, forse non conosce l'intercettazione nella quale la "zarina" parla contro Moggi. Che la Fazi consigli come "intortare" Facchetti è una sua intepretazione; la nostra, suffragata da altre intercettazioni, è: la Fazi consiglia a Bergamo come rispondere alle lamentele, note e continue, degli interisti, consiglia come smentire l'idea interista che Bergamo fosse "solo con Juve e Milan", cosa tra le altre vera visto che lo stesso Bergamo lo possiamo udire in amichevoli conversazioni e grigliate con tanti presidenti, ds, ecc.
Neppure una parola scrive Travaglio sulla cena "in luogo non pubblico", a casa di Bergamo, o del rapporto diretto di Facchetti con De Santis (come da intercettazioni pubbliche su vari siti). Inoltre vorremmo sapere da Travaglio che idea si è fatto lui sulla natura del "regalino" che Bergamo doveva andare a ritirare da Livorno fino alla sede di Moratti. Panettone, come scrive Severgnini, o zampone?
Chissà che travaglio deve aver vissuto Marco per trasformarsi da colpevolista a garantista, a targhe alterne, in difesa della povera Inter. O forse no.