Io, Crazeology, italiano, molto pugliese di origine, ma torinese doc, nel pieno delle mie facoltà mentali, oggi, qui, di fronte a tutti, ho deciso di confessare le mie colpe di Juventino non abbastanza Ju29ro. Non chiedo clemenza, al massimo chiedo solo un po' di pazienza a chi legge.
Non pensavo di dover arrivare a tanto, ma è giusto nella vita, che nel momento in cui è strettamente necessario, si abbia il coraggio di prendersi le proprie responsabilità. Eccomi qua, ordunque, questa volta è toccato a me.
Grazie.
 
Quando nel 2006 scoppiò Calciopoli, i conti non mi tornarono quasi fin da subito. Ci volle qualche settimana per mettere a posto le idee, ma poi capii come stavano le cose, grossomodo. Grande fu l'amarezza per quanto successe. E fino a qui tutto normale, fin troppo gobbo, oserei dire. Ebbi un momento di rabbia e smarrimento quando si insediò Cobolli Gigli a cavallo della Zebra, come è logico che fosse. Ma da un certo momento in poi, le cose cambiarono. E da qui, cari amici, cominciano le mie gravi colpe. Quasi immediatamente, sorprendentemente, mi innamorai perdutamente del nuovo Presidente del club, che ad ogni dichiarazione, ad ogni intervista, ad ogni parola sparata nell'aria, mi lasciava di stucco. Calciopoli passò subito nel dimenticatoio, e non solo. Giovanni Cobolli Gigli aveva i colpi del grande fuoriclasse, le sue barzellette e suoi pensieri sconclusionati mi allietavano le giornate, mi regalavano risate e sorrisi. Gli sarò eternamente grato. Qualcuno potrà non essere d'accordo con me, ma il fatto è che io sono sempre tanto affezionato ai personaggi (atleti e non), che dimostrano di avere del genio. Da questo punto di vista sono un po' sognatore, come lo era l'Avvocato Gianni Agnelli. Ogni tanto vengo travolto da una passione e mi lascio trasportare... (Sivori, Baggio, Platini, Zidane, Del Piero, ecc).
La colpa veramente grave, è che ad un certo punto, credo dopo il primo anno di presidenza di Cobolli Gigli, più o meno, ero molto contento di quanto era accaduto alla Juventus. L'egoismo, il mio personalissimo sporco egoismo, si era appoggiato saldamente e ferocemente alla goduria che provavo a sentire il mio Presidente, mentre regalava al mondo intero delle perle irraggiungibili per qualità, fattura, e fantasia.    
Nessun senso di colpa provavo, purtroppo. Ero così peccatore, ma così peccatore, ma così peccatore che... Calciopoli addirittura nella mia vita di Juventino era diventata la benvenuta, una manna dal cielo, perché mi aveva dato modo di godere di questo nuovo vate. Per me costui era praticamente un profeta. Un grande artista della comunicazione, uno di quei poeti che compone opere di ispirazione quasi profetica e sacrale. Ero completamente assorto nell'osservazione e nell'ammirazione del personaggio. Aspettavo con ansia tutti i giorni le notizie, mi alzavo al mattino con la tensione tipica della notte prima degli esami, e il pensiero fisso su quanto forse avrebbe detto durante la giornata: "Chissà cosa dirà oggi?". Tifavo come un bambino affinché desse sempre il meglio di se stesso: "Vai Giovà! Spara!". E lui non tradiva mai le mie aspettative, colpi di grandissima classe uno dietro l'altro, come solo i grandissimi sanno fare, mentre io ovviamente mi appuntavo tutto, per filo e per segno. Era immenso. Era magico. Quell'emozione è l'unica cosa che davvero mi manca di questi ultimi anni, dal 2006 in poi. Tutto il resto, Conte compreso, Juventus compresa, scudetti compresi, per me hanno un valore scarsissimo, perché di fondo non mi sono ancora ripreso dalla fuoriuscita del PresidentOne.
Prima confessione fatta. Finalmente... Mi sento già più leggero. Ora preparate pure un giudice cattivo e severo per giudicarmi, e la forca per impiccarmi. Sono pronto.
Però, mentre voi vi organizzate, io intanto vi confesso l'altra mia gravissima colpa, visto che ci siamo, così facciamo tutto un conto.
In questo periodo di elezioni federali, tanto si è parlato di Carlo Tavecchio, e dell'opportunità o non opportunità della sua candidatura.
E' venuto fuori un po' di tutto in questi giorni. I media stanno scavando anche nelle vecchie interviste, nei vecchi filmati, ecc.
Ebbene, mi sento di dire che, dalle cose che man mano stanno venendo fuori, siamo di fronte a dei colpi di grandissima classe.
 
- "Le questioni di accoglienza sono un conto, le questioni del gioco sono un altro. L'Inghilterra individua dei soggetti che entrano se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che Opti Pobà è venuto qua, che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio"

- "I vecchi, i giovani. E' vero, ho 71 anni. Che cosa devo fare? Devo ammazzarmi? Ho fatto di tutto, direttore di banca, sindaco, ho dovuto fare compromessi, ma adesso no, nel calcio non ne faccio. Non voglio diventare il più ricco del cimitero, non sarò un Re Travicello. Questo è un Paese addormentato, io ho voglia di fare e di tenere sveglia la gente, il calcio è da salvare, bisogna mettere a posto i bilanci, bisogna sentire dentro l'orgoglio di essere italiani. Lo dico anche a chi veste la maglia azzurra: occorre sentire il fuoco, dentro".

- "Non ho mai visto Conte se non in televisione, quello delle Marche, Mancini, l'ho visto allo stadio perché sono interista. Con quello del Friuli, Guidolin, non c'ho mai parlato. Mi trovo in questo bordello".

- "Noi siamo in questo momento protesi a dare una dignità anche sotto l'aspetto estetico della donna nel calcio. Perché finora si riteneva che la donna fosse un soggetto handicappato rispetto al maschio, sulla resistenza, sul tempo, sull'espressione anche atletica. Invece abbiamo riscontrato che sono molto simili".
 
La logica conseguenza di tutto ciò, è che io non mi trovo affatto d'accordo con tutti coloro che non considerano Carlo Tavecchio adatto a ricoprire un ruolo come quello del Presidente della FIGC. Per me invece è l'uomo più adatto. Il migliore di tutti quelli attualmente possibili.
Già il destino crudele mi ha rubato il grande Cobolli Gigli, dunque non ho nessunissima intenzione di perdermi questo nuovo grandissimo talento. Mi opporrò con tutte le mie forze a questo eventuale scempio.
E mi frega meno di zero che Andrea Agnelli e molti altri benpensanti tifosi bianconeri vedano questa possibile elezione come una sciagura.
Le cose sono due, per quanto mi riguarda. O me lo date alla presidenza della Federazione, o me lo date alla Presidenza della Juventus. Io voglio così. La vita è triste e breve, e io voglio tornare a godere come ai vecchi tempi. Voglio essere travolto ancora una volta da una passione insana. Voglio nuovamente alzarmi al mattino con un brillìo negli occhi, e una speranza nel cuore. Per carità, so benissimo di essere colpevole, sono oggettivamente uno sporco egoista che pensa solo al proprio tornaconto personale godereccio, ma sono coerente e posso camminare a testa alta. Chiamatemi interista, chiamatemi come volete. Non mi frega assolutamente nulla, tanto anche Tavecchio lo è interista, esattamente come lo era Cobolli Gigli, non vedo dove stia lo scandalo. Io tifo per Tavecchio, punto e basta. Per me è lui il top. I colpi del campionissimo ci sono. Sono fieramente e spavaldamente colpevole. E se il vostro severo giudice è pronto, e la forca anche, eccomi pronto ad essere impiccato. O lapidato, o ghigliottinato, o fucilato, fate voi, che tanto per me è uguale. Fate pure e fate in fretta, e tanti saluti.
Mentre chiuderò gli occhi, mentre esalerò l'ultimo respiro, un sogno irrealizzato (o forse realizzabile? Chissà...) mi allieterà dolcemente e amabilmente il trapasso: quello di poter un giorno assistere e di poter godere di un dialogo tra Giovanni Cobolli Gigli e Carlo Tavecchio, magari con la presenza di telecamere, in modo che il filmato possa essere tramandato come preziosa eredità ai posteri. Che figata che sarebbe...
Ecco, già mi ci vedo ad essere fucilato sulla pubblica piazza. Mi sento mancare.... Mi manca l'aria... Sgrano gli occhi... Muoio.... "Grazie a tutti..." Allungo una mano verso il cielo... "Dite a Giovanni e a Carlo che... Aaah!" (e poi sarà il buio).
 
 
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