facchettiNon vogliamo fare noi la caccia alle streghe, l'abbiamo subita 4 anni fa e sappiamo cosa significa. Però, nel pubblicare questo colloquio tra lo scomparso Giacinto Facchetti e il designatore Paolo Bergamo, non possiamo non sottolineare, ancora una volta, che una telefonata come questa, nel clima del 2006, sarebbe stata interpretata come prova di illecita commistione fra dirigenti di club e dirigenti arbitrali. Pensate a quel "viene predisposto a fare una bella partita", pensate al senso che avrebbe acquistato 4 anni fa se al posto di Facchetti ci fosse stato Moggi. E soprattutto, quel "E' una sfida che vedrai la vinciamo insieme", detto due ore prima dall'inizio della partita. Non esistono telefonate di Moggi di questo tenore.

A proposito, stavolta è lampante, e non "presunto", che fu Facchetti a chiamare Bergamo. No, perché in questi giorni, in tivù o sui giornali, se ne sentono di tutti i colori. D'altronde, è ovvio che opinionisti e editorialisti che 4 anni fa raccontarono agli italiani le stupidaggini che sappiamo tentino ora di arrampicarsi sugli specchi. Ma la scalata è molto lunga e ardua e il rumore delle loro unghie si fa sempre più stridulo. Tra le affermazioni più divertenti che si iniziano a sentire, c'è quella secondo cui sarebbe sempre stato detto, fin dal 2006, che chiamare i designatori a quei tempi era lecito e lo facevano tutti. Non è così, non lo è stato finché non sono cominciate a uscire queste nuove intercettazioni. Prima negavano. Mentivano. Tra l'altro, nessuno si chiede perché dopo Farsopoli venne cambiato il Codice di Giustizia Sportiva proibendo questo tipo di contatti? Consigliamo di rileggere due nostri articoli di allora (primo articolo, secondo articolo)

 

9 gennaio 2005 ore 12:53 poco prima di Inter-Sampdoria 3-2

Facchetti
: Pronto, buongiorno Paolo
Bergamo
: Giacinto buongiorno, come va?
Facchetti: Bene, e tu? Bene, sto andando allo stadio.. no, niente, volevo dirti che ho cercato lì con i miei di direee... di avere con Bertini un certo tatto, una certa fiducia
Bergamo
: Vedrai che fa una bella partita è una brava persona e viene, diciamo viene predisposto... per fare una bella partita credimi
Facchetti
: Va bene dai
Bergamo
: Se l'aiutiamo tutti... sono ragazzi su cui io ci conto, è una sfida che, vedrai, la vinciamo insieme dai
Facchetti
: Va bene, io volevo dirtelo che l'ho fatto
Bergamo: Grazie
Facchetti: Mancini e poi qualche giocatore... hai capito eh?
Bergamo: Grazie, grazie. Vedrai che le cose vanno tutte per il giusto verso, son convinto ... poi la squadra sta ricominciando ad avere fiducia e, quindi, i risultati .. poi tu hai giocato e lo sai, quando arrivano quelli poi arriva anche il morale, la facilità di fare le cose e  tutto si risolve
Facchetti: Certo, va bene
Bergamo
: Ti faccio un in bocca al lupo
Facchetti: Ciao, grazie
Bergamo
: Ciao Giacinto

RICORDIAMO:

27 ottobre 2008, rito abbreviato su Calciopoli. In risposta agli imputati che sostenevano che "tutti parlavano con tutti" il pm Narducci afferma: "Balle smentite dai fatti. Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo, o Pairetto, con il signor Moratti, o con il signor Sensi, o con il signor Campedelli. Ci sono solo quelle persone, perchè solo quelle colloquiavano con i poteri del calcio. I cellulari erano intercettati 24 ore su 24: le evidenze dei fatti dicono che non è vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a Pairetto, a Mazzini, o a Lanese: le persone che hanno stabilito un rapporto con questi si chiamano Moggi, Giraudo, Foti, Lotito, Andrea Della Valle e Diego Della Valle".

23 marzo 2010, Napoli - Controesame del teste Auricchio.
L'avvocato Prioreschi chiede perché non ci sono le telefonate tra Bergamo e Moratti.
Auricchio: Non lo so, non so dare spiegazioni
PM: E' l'avvocato che lo dice, ma non può dimostrare nulla
Auricchio: Tutte le telefonate intercettate sono state riportate, e quelle che non sono state riportate sono state compendiate. Facchetti avrà chiamato su altro numero.