palazziI più "giustizialisti" dell'estate 2006, quelli che chiedevano teste e condanne esemplari in nome dell'etica e del calcio pulito, oggi si arrampicano sugli specchi e si affrettano a rassicurare "Tanto è tutto già prescritto". Che pena vedere che gli stessi che nel 2006 si distinsero per accanimento mediatico oggi si turano il naso e tollerano l'olezzo del "finto pulito". I fatti nuovi portati a galla solo oggi hanno smascherato tanti finti moralisti senza coerenza. Nel 2006 scatenarono una campagna mediatica per ottenere le dimissioni dei vertici della FIGC. L'accusa era di aver tenuto le carte nel cassetto per "coprire la Juve". Allora le carte erano giunte dalla Procura di Torino da soli due mesi, oggi parliamo di atti che si potevano e dovevano consultare anni fa, che non sono stati richiesti, o che sono stati lasciati ammuffire "in soffitta". Oggi i paladini dell'etica non chiedono la testa di chi ha sbagliato. Sostenevano che chi aveva trascurato non garantiva trasparenza. Ed oggi? Dov'è la differenza?

Riviviamo le tappe in ordine cronologico e vedremo che tanti personaggi della FIGC "Non potevano non sapere", una frase nota, per primo, a Borrelli.

8 maggio 2006 - Franco Carraro si dimette dalla Federcalcio.
Da La Repubblica: "Il numero 1 della Figc ha deciso di lasciare dopo lo scandalo delle intercettazioni e i colpevoli ritardi della Figc sulla vicenda. Il testo delle intercettazioni era infatti noto ai dirigenti federali già da tempo. [...] Le dimissioni di Carraro sono state chieste nei giorni scorsi da Repubblica, con un articolo di Gianni Mura".
Dalla lettera di dimissioni di Carraro: "Il 21 settembre 2005 ho ricevuto dal Procuratore Capo di Torino, dott. Maddalena, la richiesta di archiviazione ed il decreto di archiviazione del Gip. Il 13 marzo mi è stata inviata la documentazione che sta alla base dei provvedimenti che mi erano stati consegnati a dicembre. Da parte mia, ho immediatamente trasmesso tutta la documentazione all'Ufficio indagini della federazione e all'Uefa".
Le reazioni politiche. L'ex vicepremier Fini commenta: "Carraro se ne va? Meglio tardi che mai". Identiche parole da Maroni della Lega. E Vannino Chiti, Ds: "Ha preso atto di una situazione insostenibile, dopo l'ennesimo e disastroso scandalo".

19 maggio 2006 - La stampa chiede anche la testa del Generale Pappa, che si dimette.
Da Tgcom.it: Il capo dell'ufficio indagini della Federazione italiana gioco calcio, Italo Pappa, si è dimesso. "I continui attacchi all'ufficio, che ho l'onore ed il privilegio di presiedere, e le indegne strumentalizzazioni che alcuni organi di stampa hanno di recente effettuato, stravolgendo completamente la realtà dei fatti, mi costringono ad assumere questa dolorosa decisione".
Aggiunge il Corriere.it: "L' ampiezza dello scandalo e il peso delle intercettazioni, però, sono sotto gli occhi di tutti. Tanto che i magistrati di Napoli hanno chiesto e ottenuto di trattare direttamente con Rossi. A lui e solo a lui consegneranno le carte necessarie a far partire i processi sportivi. I magistrati sono rimasti colpiti, in passato, dalle punizioni sempre blande nei tanti scandali che hanno tolto credibilità al calcio".

C'ERANO TRACCE DI INTER.
Sono state volutamente trascurate, fino ad arrivare alla prescrizione, ma le prime tracce su rapporti dell''Inter con arbitri in attività e designatori spuntano anche loro nel maggio 2006.

11 maggio 2006 - Nucini confessa il suo rapporto con Facchetti in un'intervista a Repubblica:
Perché raccontò quelle cose a Facchetti? E cosa gli disse esattamente?
"Io credo che non sia corretto riferire i contenuti dei molti incontri che ebbi con Facchetti. Dico solo che non è stato un incontro casuale. Con Facchetti siamo stati in confidenza, se non amici, per anni".

19 maggio 2006 - Spuntano due intercettazioni con Facchetti nell'indagine della Procura di Torino.
Titola così Corriere.it - Pairetto a Facchetti: ho fatto mettere Meier.
Anche La Stampa, riporta le stesse intercettazioni. Impossibile che siano "sfuggite" (Narducci cit.)

26 maggio 2006 - Nelle informative consegnate a Borrelli, recatosi a Napoli da "privato cittadino", e non ancora Capo dell'Ufficio Indagini, ci sono già indizi riguardo alle frequentazioni di Bergamo, Pairetto e Mazzini con altri personaggi del mondo del calcio "non indagati". Le telefonate con Spinelli e Governato vengono a galla solo ora, ma delle tracce su cui indagare c'erano, ad esempio, nella telefonata 490 dell’8 febbraio 2004, Bergamo informa la Fazi: "Stamani due so’ venuti, Cinquini del Parma e Spinelli del Livorno […] e dice no, non danneggiate il Parma" ; nella telefonata 26618 del 10 febbraio 2005, Bergamo parla così del collega Pairetto: "Gigi è amico intimo di Governato, che è il consulente di Corioni! E che gli ha fa… e che Governato gli ha fatto fa’ delle cose".

8 giugno 2006 - Bergamo in un'intervista a Repubblica:
Ma parlava o no al telefono con Moggi?
"Con Moggi? Certo che parlavo con lui, ma io parlavo con tutti. Come era logico che fosse. Parlavo con Capello, con Sacchi... Normale, normalissimo"
Però i carabinieri sostengono che c'è stato un pranzo segreto a casa sua, a Collesalvetti, con i dirigenti della Juve.
"Macché segreto e segreto. Il campionato era praticamente finito, la Juventus giocava a Livorno e aveva già vinto lo scudetto. Sì, Moggi e Giraudo sono venuti a cena a casa mia, e allora?"
I carabinieri erano appostati al cancello...
"Al cancello, lungo la stradina, ovunque stavano... In passato avevo invitato a cena anche Galliani, dirigenti dell'Inter e di altre società. Scusate, ma che male c'è?"

8 giugno 2006 - Interrogatorio di Bergamo
Gli uomini del pool di Borrelli interrogano Bergamo dalle 9.10 alle 18. Bergamo confessa subito ai vicecapi dell'allora Ufficio Indagini, D’Andrea e De Feo, che sentiva tanti altri dirigenti. Tuttosport porta oggi alla luce il verbale d'interrogatorio nel quale è riportata anche questa dichiarazione di Bergamo: "Non ho mai negato di parlare della probabile formazione della griglia, che comunque dovevo confrontare con Pairetto, anche con tutti gli altri dirigenti di società che me ne avessero fatto richiesta. Questa consuetudine di parlare della griglia o di quegli arbitri che potevano andare nella griglia, ribadisco, ce l’avevo anche con altri dirigenti (tra gli altri Facchetti, Meani, Capello, Sacchi). Non so dire se Pairetto si confrontava con altri su questi temi. E preciso che la conoscenza della griglia era il “segreto di Pulcinella” in quanto gli arbitri erano certamente individuabili per gli addetti ai lavori". Perché non si è approfondito ed indagato su quanto Bergamo aveva dichiarato? Oggi non sentiremmo parlare di prescrizione per reati che si potevano indagare nel 2006.

8 giugno 2006 - Bergamo ospite/imputato a Matrix rivela contatti con tutti.
"Intervenuto in TV alla trasmissione Matrix, condotta da Enrico Mentana, Paolo Bergamo ha affermato che le telefonate a lui ed al suo collega Pierluigi Pairetto da parte dei dirigenti delle diverse squadre erano molto frequenti. Bergamo ha candidamente rivelato di essere solito parlare con tutti ed ospitare in casa sua, persino per la notte, il presidente interista Giacinto Facchetti. In particolare, ha dichiarato che riceveva spesso telefonate dai dirigenti dell'Inter, squadra a cui è stato assegnato successivamente lo Scudetto 2005-2006. Sempre nel corso dell'intervista, l'ex designatore, ha detto che durante la stagione calcistica 2003-2004 ha parlato più volte con l'allora allenatore della Roma, Fabio Capello".

19 giugno 2006 - Relazione di Borrelli a Palazzi (allora Procuratore e non ancora Super).
Ricordava Tuttosport, qualche giorno fa, dopo le intercettazioni ritrovate dalla difesa di Moggi: "In ogni caso, qualcosa Borrelli deve avere subodorato, se non addirittura capito, visto che - il 19 giugno del 2006 - concluse con queste inequivocabili parole la relazione che consegnò al procuratore Stefano Palazzi: “Resta da ripetere che le indagini dovranno proseguire: la vastità del contesto, la unicità di questo che è il più grande scandalo del mondo del calcio, il numero davvero ampio di società e soggetti coinvolti, i plurimi filoni investigativi che sin da ora emergono e che vieppiù emergeranno nel prosieguo, Non permettono di ritenere conclusa l’opera di individuazione delle responsabilità eventualmente attribuibili ad altre società e ad altre persone fisiche”."

12 settembre 2006 - Anche Mazzarri conferma la versione di Bergamo.
(AGM-DS) – Reggio Calabria 12 settembre – Walter Mazzarri difende indirettamente Luciano Moggi: "È vero, tutti i club si rivolgevano a Paolo Bergamo". L’allenatore della Reggina torna, nel corso della sua conferenza stampa del martedì, a parlare dello scandalo di Calciopoli. Lunedì sera, in tv, lo stesso Bergamo aveva sostenuto di avere avuto contatti frequenti con tutte le società e non solo con l’ex dg della Juventus. E Mazzarri conferma: "Ripeto quello che già avevo detto in passato: tutte le società si rivolgevano a lui in quanto designatore, era una prassi consolidata".

2 aprile 2007- Abete presidente FIGC
Finisce il commissariamento di Pancalli ed Abete viene eletto presidente. Poche settimane più tardi c'è l' abbandono di Francesco Saverio Borrelli e la costituzione della Superprocura Federale con tutti i compiti, di indagine ed accusa, assegnati ad un uomo solo: Palazzi.

BORRELLI. Facendo un bilancio del lavoro di Borrelli non possiamo non notare che aveva avuto indizi ed elementi per aprire un filone d'inchiesta anche sull'Inter per quanto riguarda Calciopoli. A Borrelli, che invocò a lungo qualche “pentito” che rompesse l’omertà, qualcosa fu tenuta nascosta dagli investigatori, come il "caso Coppola". L'assistente Rosario Coppola raccolse l'invito di Borrelli ed il 20 maggio 2006 si recò spontaneamente dagli investigatori di Roma (i "magnifici 12" di Auricchio ndr), per parlare del "sistema" in modo allargato e di pressioni ricevute per un caso che coinvolgeva l'Inter, ma gli fu risposto che "L'Inter non interessa". Pur essendogli stata negata la conoscenza di questo importante tassello, però, Borrelli aveva, come abbiamo visto, indizi su cui indagare, aveva la deposizione di Bergamo da approfondire. Visto che a giugno 2006 aveva scritto che "Resta da ripetere che le indagini dovranno proseguire", chiediamo perché non lo abbia fatto nei mesi seguenti, finché è rimasto in carica.

PALAZZI. Salito alla ribalta grazie a Calciopoli e all'investitura da parte di Guido Rossi, ad aprile 2007 diventa il Capo della Superprocura. Palazzi ha avuto accesso agli stessi dati sottovalutati da Borrelli e ad altri che si sono aggiunti dopo.

30 aprile 2007 - De Santis, ad Antenna 3, riparla dell'Inter.
"Io dichiaro di non aver mai, e dico mai, parlato al telefono con Luciano Moggi e di non aver mai preso da Moggi alcuna sim straniera. Anzi. Dico di più. Ero solito parlare abitualmente con altri dirigenti calcistici. Mi sentivo spesso con Facchetti e Meani. Con Giacinto Facchetti avevo un buonissimo rapporto e devo dire che lui in parecchie circostanze è stato molto ossessivo. (...) Queste cose le sa benissimo anche Moratti. Mi spiace parlare di una persona che purtroppo non c'è più. Ma io sono disponibilissimo a rendere pubblici i miei tabulati telefonici, di modo che tutti sappiano che questi rapporti erano reali. Meani? mi sentivo spessissimo anche con lui e mi viene da sorridere quando viene trattato come un fattorino o una badante". Ma ancor più sorprendete la rivelazione di De Santis sulla sua fede sportiva: "Sono interista".
Per queste dichiarazioni De Santis si prenderà la reprimenda di quasi tutta la stampa sportiva (un esempio tra i tanti). Ma aveva ragione De Santis, le telefonate dove è Facchetti a chiamarlo, a cercare un arbitro in attività, ci sono, e tanti dovrebbero le scuse all'ex arbitro.

Davanti a tante ripetute affermazioni di Bergamo e De Santis, davanti alla deposizione di Bergamo agli atti, Palazzi avrebbe dovuto aprire un fascicolo per interrompere la prescrizione, in attesa di ricevere altra documentazione dal processo di Napoli, dove la FIGC, come "parte civile", avrebbe avuto accesso agli stessi atti scandagliati dalla difesa di Moggi. Palazzi non lo ha fatto.

Dicembre 2007 - La Procura di Napoli trasmette gli atti dell'inchiesta alla Figc.
Solo dopo 15 giorni di intercettazioni inedite, pubblicate da noi e tanti altri media, in FIGC sono andati a caccia dei 31 dvd e 40 cd con tutte le 171.000 intercettazioni, senza trovarli. Solo il 16 aprile 2010 Antonello Valentini, il direttore generale della FIGC, ammette: "Per qualsiasi vicenda di carattere giudiziario, noi ci mettiamo in scia alla magistratura ordinaria. Abbiamo accertato con il Procuratore federale che non abbiamo mai avuto quei dischetti. Il 15 dicembre 2007 Palazzi chiese i documenti a Napoli e alla viglia di Natale ci furono recapitati tre faldoni cartacei su fatti che tra l’altro erano caduti in prescrizione sei mesi prima".
I reati per le società potevano essere prescitti, ma per i tesserati non erano ancora prescritti, e dai brogliacci si sarebbero potute constatare le telefonate venute a galla.
Perché Palazzi non ha chiesto i brogliacci e tutti i cd delle telefonate?
Se si aprono fascicoli sullo striscione di Ambrosini, o sugli "aiutini" per l'Inter denunciati da De Rossi, si poteva aprire un fascicolo anche sulle dichiarazioni di Bergamo e De Santis. La FIGC non si nasconda dietro una foglia di fico.

ABETE. L'8 aprile Abete ha dichiarato: "La Figc segue con la massima attenzione l'evolversi della situazione, avendo come obiettivo quello di favorire la massima chiarezza. Abbiamo le responsabilità di garantire pari trattamento per tutti [...] L'auspicio è dei seguire tutte le vicende con il massimo rigore e rispetto".
La FIGC avrebbe dovuto seguire la situazione per favorire chiarezza dal 2006, abbiamo visto che ne aveva conoscenza. La FIGC non potrà nei fatti garantire pari trattamento, perché ha lasciato che i reati andassero in prescrizione. Il massimo rigore? Doveva esserci prima e non c'è stato nel condurre le indagini su informazioni di reato.
Abete ha detto anche: "I comportamenti illeciti si prescrivono, quelli morali no". Un contentino che non può coprire il fattaccio della prescrizione.
Abete dovrebbe dimettersi, per gli stessi motivi per i quali furono chieste a furor di stampa le dimissioni di Carraro.
Come minimo Abete, in qualità di massimo rappresentante della FIGC, per dare credibilità a parole come "chiarezza, rigore e rispetto", dovrebbe dare delle risposte su chi è il responsabile delle negligenze che hanno condotto alla prescrizione, dovrebbe chiederne le dimissioni immediate.

PALAZZI. Il superprocuratore, a capo dell'ufficio che doveva curare le indagini, è il primo ad essere chiamato in causa, il primo a dovere delle risposte. Ma tace. In questi ultimi anni ha dimostrato di aver smarrito la durezza del 2006 e, soprattutto quando i fatti interessavano l'Inter, di aver scelto tempi lunghi e mano leggera. Il 6 aprile il suo ufficio è stato tirato in ballo dall'avvocato Morescanti che, sulla questione pedinamenti e spionaggio, ha detto: "Nel 2007 la Federazione sapeva perfettamente quello che era successo. Cosa ha fatto nei confronti dell'Inter visto che da quell'indagine è emerso chiaramente che i mandanti per far seguire e pedinare determinate persone del mondo del calcio sono stati Moratti e Facchetti? La Federazione queste documentazioni le ha, io ho le prove, io ho la documentazione e l'ho portata anche al CONI quando ho difeso Fabiani e, addirittura, l'ho mandata per far riaprire il procedimento anche nei confronti dell'Inter. La Federazione ha taciuto ed ha ritenuto di non dover riaprire un procedimento così importante" (nel video, dal minuto 1:30).
Abbiamo trattato il caso in un articolo che chiede spiegazioni e non silenzio.
Ma Palazzi ha trattato anche il caso "bilanciopoli" delle milanesi: il 18 gennaio 2007 Tuttosport informava che: "l’indagine per falso in bilancio su Massimo Moratti e Adriano Galliani è stata chiusa e il pubblico ministero, Carlo Nocerino, così si esprime a proposito della situazione dell’Inter, ricollocandola nel periodo tra il 2003 e 2005: «L’equilibrio finanziario sarebbe saltato se la società avesse evidenziato le perdite connesse alle plusvalenze fittizie e l’Inter non avrebbe superato i parametri chiesti dalla Covisoc per l’iscrizione al campionato 2005-2006»". Bilanciopoli, dopo grandi "cautele", si chiude con patteggiamenti e buffetti solo il 12 giugno 2008.
Ne abbiamo parlato diffusamente in questi articoli:
Bilanciopoli, la trave nell'occhio di Palazzi
Bilanciopoli: patteggiamento e multarella per Inter e Milan
Lo scandalo dello scandalo...

C'è un altro caso che riguarda l'Inter e in cui l'operato di Palazzi ha sollevato perplessità: quello delle trattative di diversi dirigenti con l'inibito Preziosi. Per aver trattato con il presidente genoano, Secco e Bettega furono inibiti, mentre Moratti no. A Palazzi chiese conto dei "Due pesi e due misure" Roberto Beccantini (leggi l'articolo), che si sentì rispondere: "Dottore comprendo l’esigenza di dover far fronte alla curiosità dei lettori. Nello stesso tempo, mi permetto di osservare che anche notizie apparentemente simili vanno vagliate in profondità perché, lei capirà, non tutto quello che è, sembra; e non tutto quello che sembra, è. Mi scuso, dunque, se non posso proseguire in quel processo deduttivo e intellettivo che, immagino, lei vorrebbe che portassi a termine. Lei mi capisce, vero... ?".
Beccantini candidamente ammise: "Per la verità, non ho capito un tubo".
Palazzi ora dovrà gestire l'inchiesta sulle intercettazioni inascoltate anche dal suo Ufficio e fatte "scadere". L’avvocato Mario Stagliano, ex vicecapo dell'Ufficio indagini ha detto: "Nessuno si prese la briga di ascoltare quelle telefonate. Il che è grave: se io leggo, nelle informative dei Carabinieri, che ci sono 171 mila telefonate registrate e ne ho lette molte meno di mille, il dubbio di ascoltare cosa c’è in quei mesi e mesi di intercettazioni mi deve cogliere".
I media tacciono, ma noi non assumeremmo mai un incendiario per fare il pompiere.
Qualcuno ha sbagliato. Per colpa di qualcuno il tempo è scaduto: dimettetevi!