PairettoSiamo al capo di imputazione I. La partita è Bologna-Juventus, quella in cui la Juve avrebbe avuto il vantaggio di giocare contro un Bologna fraudolentemente privato da De Santis di tre diffidati, ammoniti in Fiorentina-Bologna del turno precedente. Affermazione falsa per due motivi: gli ammoniti in diffida, e dunque squalificati furono due e non tre (Nastase e Petruzzi, Gamberini non si trovava in quella situazione), e peraltro le due ammonizioni furono sacrosante (tra l'altro, come avrebbe ammesso lo stesso Gamberini nella sua deposizione al rito ordinario di Napoli, i due avevano l'ammonizione facile).
L'errore che viene rimproverato a Pieri in questa partita è di aver concesso, nel finale, una punizione generosa alla Juventus, punizione che Pavel Nedved avrebbe poi tramutato nel goal della vittoria.

Sull'operato di Pieri in Bologna-Juve così scrisse il giudice Di Gregorio nelle motivazioni: "Furono raccolte informazioni dai protagonisti dell'incontro [...]. Il portiere del Bologna, l'esperto Pagliuca, parlò, tra l'altro, di 'arbitraggio costantemente ingiusto nei confronti della nostra squadra nel corso di tutta la partita' e l'allenatore Mazzone, il più anziano della serie A, definì quello di Pieri nell'occasione 'uno degli arbitraggi peggiori che ho visto in trenta anni di carriera... sconcertante quello che avevo visto fare dall'arbitro'. [.....] Le dichiarazioni degli uomini del Bologna assumono una sicura credibilità e valore probatorio per due motivi: furono rese dopo un anno mezzo dai fatti a mente fredda, e nell'ambito di un'indagine penale della cui serietà gli interessati non potevano dubitare; dunque i loro animi erano calmi e non vi poteva essere sospetto di animosità né, al contrario, di leggerezza; inoltre con esse i dichiaranti fecero riferimento alla complessiva conduzione della partita e cioè ad un dato consistente, scevro dalla opinabilità delle singole decisioni".
Sul considerare credibili le opinioni di giocatori e tecnico del Bologna su una partita andata male, solo perché era passato oltre un anno dalla gara, ci sarebbe assai da discutere. Basta vedere come Simoni e tutta l'Inter ancora commentano, dopo oltre 14 anni, l'episodio Iuliano-Ronaldo: sembra che il livore e la sicurezza di essere nel giusto aumentino col tempo, perché sulle retine e nelle teste si fissano più facilmente le immagini che fanno gioco alle proprie tesi rispetto a quelle contrarie.
Inoltre la loro serenità non fu senz'altro affatto avvantaggiata dal fatto che a fine stagione il Bologna sarebbe retrocesso e ad entrambi, al termine di lunghe carriere in serie A, questa dovette apparire senz'altro una macchia.
Inoltre risibile proprio il fatto che i due si riferiscano, più che ai singoli fatti, all'intera conduzione della partita da parte di Pieri; non si fa che ritornare sull'eterno ritornello delle impressioni che in Calciopoli hanno sempre avuto la meglio sull'incontrovertibilità dei fatti specifici.
Continua De Gregorio: "Deve altresì porsi in rilievo che dal rapporto dell'osservatore FIGC risulta che Pieri non sempre fu equilibrato nell'applicazione delle regole nei confronti delle due squadre; che la sua decisione di non punire col rigore un fallo ai danni del Bologna al 20' del secondo tempo lasciò il dubbio sulla mancata concessione; che accordò il calcio di punizione diretto al 41' del primo tempo, da cui scaturì il goal, in situazione dubbia e mal controllabile dalla sua infelice posizione sul terreno di gioco. Queste critiche tecniche evidenziano tutte presunti errori in favore della Juve e, considerate anche alla luce della cautela che solitamente ispirava le annotazioni degli osservatori, unite alla valutazione delle informazioni dei bolognesi, nonché ai contratti segreti telefonici con i quali Pieri verosimilmente ricevè indicazioni o esortazioni o impegni di aiuto da Moggi, promettendogli a sua volta quanto richiesto, costituiscono un quadro indiziario grave, preciso e concordante circa la parzialità con cui l'imputato diresse la partita e, quindi, circa la determinazione attraverso la sua presenza e la sua conduzione di gara un risultato ingiusto e scorretto nel senso innanzi chiarito".

Così venne poi valutata poi la prestazione di Pieri, nella rubrica sulla Gazzetta dello sport a firma (solo a firma, a quanto si vedrà poi) dei due designatori Bergamo e Pairettto: "A Bologna, sono stati reclamati due rigori per altrettante cadute in area dell' attaccante bolognese Cipriani. Il nostro giudizio coincide con quello dell' arbitro Pieri e non si è trattato neanche di simulazioni da sanzionare con l' ammonizione. Al contrario, la dinamica del fallo fischiato a Capuano per la trattenuta a Ibrahimovic inganna l'arbitro. Pieri vede solo la seconda parte dell'azione fallosa. In tv, invece, è evidente la giocata scorretta di Ibrahimovic che allarga il braccio destro sull'avversario. Inoltre su due mancate ammonizioni che hanno fatto discutere, quella di Zebina poteva essere sanzionata, perché trattiene un avversario che l'aveva scavalcato oltre la zona di centrocampo; mentre per l'eventuale ammonizione di Thuram l' arbitro poteva considerarla, come ha fatto, una ruvidezza di gioco e nient'altro".

Ciò premesso, presentiamo le sette intercettazioni che vedono tra gli interlocutori, oltre a Pieri e ai due designatori, anche l'osservatore arbitrale Luciano Luci.

Intercettazione Pairetto-Pieri prima della partita (ore 18.46 del 13-12-2004).
E' un brevissimo colloquio tra l'arbitro e il designatore, che gli raccomanda di essere tranquillo e deciso e di ripetere la prestazione positiva della giornata precedente (aveva arbitrato Parma-Milan, 1-2, senza sbavature). Pairetto lo esorta anche a collaborare con la sua squadra.
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Intercettazione Pairetto-Bergamo poco dopo la fine della partita(ore 22.29 del 13-12-2004)
I due designatori si sentono subito dopo la fine della partita, esprimono concordemente il loro disappunto per la punizione fischiata a favore della Juve e, tenuto conto che il Bologna già aveva il dente avvelenato per la difesa decimata dalle ammonizioni di Fiorentina-Bologna, si aspettano immancabili polemiche.
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Intercettazione Bergamo-Luci poco dopo la fine della partita e poco dopo il precedente colloquio tra i due designatori (ore 22.33 del 13-12-2004)
L'osservatore chiama il designatore rammaricandosi dell'accaduto, tanto più alla luce del fatto che fosse andato tutto bene sino alla punizione di Nedved.
Ricordiamo che Luci, al processo su Calciopoli del rito ordinario a Napoli, disse che l'arbitraggio non fu certo ottimo, anzi fu leggermente deficitario, sotto la sufficienza.
Bergamo si dice della stessa opinione di Luci , non c'era motivo di dare la punizione per quel contrasto tra Ibra e Capuano, anzi. E per sfortuna di Pieri Nedved nell'occasione fece goal.
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Intercettazione Bergamo-Pieri del 14-12-2004 (ore 00.09)
Bergamo rimprovera a Pieri la concessione del calcio di punizione che non ci stava, non solo tecnicamente (perché il primo fallo sarebbe stato di Ibra), ma anche nell'economia della partita, soprattutto dopo i due rigori reclamati dal Bologna e non concessi dal direttore di gara (e qui Bergamo concorda sulle due decisioni). La partita, secondo il designatore, va anche vissuta, questione di esperienza; le polemiche saranno infuocate e bisognerà star coperti.
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Intercettazione Bergamo-Luci del 14-12-2004 (ore 9-01)
L'osservatore chiama Bergamo per parlare con lui della valutazione non positiva che assegnerà all'arbitro.
Bergamo chiede a Luci se ha già preso visione delle reazioni della stampa e Luci lo informa delle stroncature su Pieri, soprattutto ad opera della Gazzetta (da sempre la Bibbia), dove osserva che nel pezzo sulla partita (che è di Nicola Cecere) il giudizio è stroncante su tutta la gara e adombra il fantasma della sudditanza psicologica ("Non se ne può più di direttori di gara soggiogati dal fascino di Madama, che applicano due pesi e due misure"). Bergamo non fa mancare le critiche, anche feroci, a Pieri ("questi ragazzi salgono su un piedistallo e pensano di essere già diventati Collina") e concorda sul voto basso da assegnare.
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Intercettazione Pairetto-Pieri del 14-12-2004 (ore 22.50)
Pieri finalmente alla sera del 13 riesce a parlare con Pairetto e si confronta con lui sulla conduzione della partita, in particolare sull'episodio della punizione, in merito al quale il direttore di gara cerca di motivare e difendere la sua decisione. I due discutono anche della gestione delle ammonizioni, altro tema già emerso nel colloquio tra i due designatori a gara appena conclusa. Due notazioni: Pairetto nel corso della telefonata dice a Pieri che non è preoccupato di eventuali rotture di scatole personali "perché io di pressioni non ne ricevo mai": poi, parlando della relazione negativa di Luci osserva che comunque "io sono sempre dalla parte degli arbitri che anche quando sbagliano lo fanno in... non in buonafede, di più".
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Intercettazione Pairetto-Pieri del 15-12-2004 (ore 14.48)
Pieri richiama Pairetto il mercoledì successivo alla gara: argomento della conversazione le considerazioni negative sull'arbitraggio del fischietto redatte da Bergamo nella rubrica tenuta congiuntamente dai due designatori (questo ufficialmente, poi dalla conversazione si scoprirà che è il solo Bergamo a scrivere, e che Pairetto non è d'accordo né sull'impostazione né sulle modalità di gestione di quell'iniziativa, che finisce per ritorcersi su arbitri e designatori) sulla Gazzetta: in essa si punta il dito non solo sulla famigerata punizione per il contestatissimo fallo su Ibra, ma anche su una mancata ammonizione al Zebina (di cui Pieri aveva già parlato col designatore nella conversazione precedente, motivandolo con la necessità di adottare lo stesso metro di giudizio usato poco prima col bolognese Sussi). Tra l'altro tutti invocavano (lo fa per esempio Arturi dalla Gazzetta) l'ammonizione di Zebina e anche di Thuram, anch'egli in odore di cartellino giallo per quella che però Bergamo definisce solo una ruvidezza di gioco e nient'altro; tale accanimento perché erano entrambi diffidati e un'eventuale ammonizione avrebbe fatto loro saltare il big match Juve-Milan del turno successivo. Questo tanto per dire chi davvero rincorreva la ammonizioni mirate... Pairetto rassicura Pieri e lo esorta a non preoccuparsi perché tutte queste son cose che passano "come neve al sole": fu cattivo profeta, perché il gelo del sentimento popolare avrebbe tramutato quei candidi fiocchi in una slavina che, assieme al bersaglio designato, la Juve, avrebbe travolto gli stessi Pieri e Pairetto, arbitri e assistenti.
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Intercettazioni inedite: la buonafede di Pieri e dei designatori

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Le intercettazioni che scagionano Giraudo /1. Per cosa è stato condannato
Le intercettazioni che scagionano Giraudo/2. Udinese-Brescia e la bufala delle ammonizioni mirate
Le intercettazioni che scagionano Giraudo /3. Juve-Lazio e la buona fede di designatori e arbitro