CozzolinoPRIMO PUNTO ALL’ORDINE DEL GIORNO – intervento dell’azionista Cozzolino Salvatore

Egregio Presidente,
egregi Consiglieri,
gentili azionisti,

Vorrei innanzitutto porgere all’Assemblea il mio personale saluto, quello degli azionisti che nelle settimane scorse mi hanno concesso il privilegio di rappresentarli tramite delega e quello della redazione di Juventinovero.com. Per chi non sapesse di cosa sto parlando, mi auguro pochi, Juventinovero.com è una testata giornalistica specializzata formata da redattori non professionisti che, in regime di totale autofinanziamento, dal 2007 si occupa di Juventus, privilegiando soprattutto le vicende societarie e quelle giuridiche, che purtroppo in questi anni hanno occupato uno spazio rilevante degli affari del nostro Club.
Passo subito alla trattazione del primo punto all’ordine del giorno e mi sembra doveroso, prima di ogni altra considerazione, fare i complimenti al Presidente per il lavoro svolto. Chi mi conosce sa che in questi anni sono stato molto intransigente, a volte feroce, nei confronti dei precedenti amministratori e della loro gestione. Una gestione che distruggeva valore giorno per giorno e che andava fermata a tutti i costi. L’azionista di maggioranza ha capito con qualche anno di ritardo che le mie, e le nostre considerazioni, che sono tutte nei verbali delle Assemblee dal 2006 al 2011, erano più che fondate e nella primavera del 2010 ha finalmente insediato l’attuale Presidente, che da anni ritenevo fosse l’unica persona che avrebbe potuto tentare di mettere un argine a quanto stava accadendo. E così è stato.
Da maggio 2010 a mio parere molto lavoro è stato fatto, ma molto c’è ancora da fare. Ed è quindi sulle aree di miglioramento che dobbiamo focalizzare la nostra attenzione, per ottimizzare ulteriormente la gestione. Una delle cose che molto spesso si sente dire è che un bilancio contiene solo freddi numeri. Questo è un concetto che può essere bevuto solo da un profano. Gli addetti ai lavori sanno invece che un bilancio, al di là della fotografia puntuale di fine esercizio, ha una sua dimensione dinamica che è in grado non solo di parlare del passato, ma anche e soprattutto di far capire il futuro di una azienda. Per questo motivo, così come mi era ben chiaro che i pareggi di bilancio del 2009 e del 2010 erano prospetticamente disastrosi, oggi mi sento di poter dire che lo stato attuale dei conti, nonostante ancora una perdita ingente, sia tale da far ipotizzare per l’esercizio in corso un qualcosa di molto vicino al pareggio di bilancio. Secondo i miei calcoli infatti nella peggiore delle ipotesi dovremmo chiudere con una perdita tra i 5 e i 10 mln di Euro, cifra che potrebbe sensibilmente migliorare se, come mi auguro, la squadra riuscisse a centrare la qualificazione agli ottavi di Champions e andare avanti nella competizione. Mi aspetto molto anche dal ritrovato appeal del marchio e dall’abbandono della fallimentare strategia del “less is more” in merito alle sponsorizzazioni. In definitiva possiamo affermare che ci sono tutti i presupposti per tornare a percorrere la strada che per primi quasi 20 anni fa avevamo tracciato, e dalla quale qualcuno ci aveva buttato fuori nel 2006. I nuovi investimenti immobiliari che la società ha annunciato recentemente sono una conferma in tal senso, e a mio parere evidenziano ancora di più l’errore compiuto dai precedenti amministratori, cioè quello di vendere le Aree Commerciali per una cifra tutto sommato modesta che, se ricordo bene, è stata di circa 20 milioni di Euro, praticamente come un calciatore di buon livello e poco meno di uno dei bidoni comprati a caro prezzo da Blanc e Secco. Questa somma, che ha finanziato parzialmente la costruzione dello stadio, poteva essere reperita in via alternativa attraverso le linee di credito. In questo modo i cespiti sarebbero rimasti nel perimetro di bilancio contribuendo ad aumentare ancora di più il valore patrimoniale della società, e attraverso l’utilizzo di contratti di locazione, anche il cash flow complessivo.
Due parole sullo stadio. Innanzitutto vorrei che il Presidente ci aggiornasse in merito all’inchiesta sull’acciaio non conforme, per la quale siamo parte lesa, è bene ricordarlo, e su eventuali rischi operativi di tale procedimento. In merito invece alla questione del settore ospiti, e dei danni che abbiamo subito recentemente, mi chiedo se è possibile ipotizzare la chiusura dello stadio ai tifosi ospiti, rendendo disponibile quel settore ai nostri tifosi. Anche perché molto spesso con squadre di seconda fascia quel settore rimane praticamente vuoto. In alternativa chiedo se è stata valutata l’ipotesi di vendere i biglietti di quel settore con il contestuale versamento di una “cauzione” pari al costo del biglietto stesso. Questa somma potrà poi essere rimborsata dopo la gara, oppure, in caso di gravi danneggiamenti, trattenuta a scopo di risarcimento.
Due parole sui compensi degli amministratori, che mi sembrano finalmente tornati su livelli sicuramente elevati ma più etici, dopo anni in cui a mio parere si erano dispensate remunerazioni addirittura immorali, soprattutto se rapportate ai risultati sportivi e finanziari raggiunti, anzi, non raggiunti.
Per quanto riguarda l’analisi dei ricavi, i miglioramenti sono evidenti. Così come è evidente che la questione dei diritti TV è una ferita aperta. Qui palesemente si sconta ancora la situazione di debolezza politica e sportiva del quinquennio 2006-2011. Bisognerà lavorare nei prossimi anni per cercare di mitigare gli effetti di un criterio di ripartizione collettiva dei diritti radiotelevisivi che è stato più simile ad un esproprio che ad un riequilibrio delle risorse. So che il Presidente sul punto è molto sensibile e quindi sono certo che la questione sarà monitorata con grande attenzione.
Ad ulteriore conferma dell’importanza della questione dei diritti radiotelevisivi, è significativa, a mio parere, la decisione di procedere in bilancio al ripristino di valore della Library delle immagini di archivio, giustificata da un nuovo contratto di sfruttamento commerciale dei diritti in esclusiva per sei anni stipulato con Infront Italy srl per un corrispettivo di circa 4,5 mln annui.
Per il momento avrei concluso e rimando ulteriori considerazioni ai successivi interventi che effettuerò come delegato di altri piccoli azionisti.

PRIMO PUNTO ALL’ORDINE DEL GIORNO – Intervento dell’azionista Salvatore Cozzolino per delega dell’azionista Valerio Matriciani
Per quanto riguarda la gestione sportiva non vi è dubbio che i risultati sportivi sono dalla parte di Marotta e del suo staff. E’ evidente che Beppe Marotta, oltre ad essere una persona molto simpatica, è anche discretamente fortunato. Dico questo perché a mio parere la fortuna di Marotta è quella di aver incontrato Antonio Conte, che con la sua bravura ha nascosto i limiti di una rosa che aveva più di una lacuna, nonostante la mole di investimenti fatti in questi due anni. Bene così ovviamente, ci mancherebbe. Uno degli appunti che spesso viene rivolto a Marotta è quello di avere una scarsa conoscenza dei mercati esteri. Io non so se questo sia vero, ma l’analisi dei numeri forse ci può dare un’idea. A pag. 65 del Progetto di Bilancio infatti vi è un'interessante tabella che riguarda i debiti verso società calcistiche per campagne trasferimenti. Ebbene da questa tabella si evince che al 30 giugno la Juventus ha circa 93 milioni di indebitamento, di cui 82 verso società italiane e 11 verso società estere. E’ vero che ha saputo costruire in tempi relativamente brevi una rosa competitiva, è pur vero però che ciò è avvenuto con un gran dispendio di risorse che in alcuni casi è stato addirittura spreco.
I nomi inutile farli, li conosciamo benissimo. Credo che il dott. Marotta sia consapevole di questo e mi auguro che in futuro riesca a lavorare sul mercato ottimizzando ancora meglio le risorse che la società gli metterà a disposizione. Tra le cose incomprensibili della gestione calciatori c’è ad esempio il prolungamento del contratto a Felipe Melo, che si legge a pag. 27 del Progetto di Bilancio, e sul punto solleciterei una risposta. Ma anche l’incestuoso rapporto con il Genoa e Preziosi, a cui si è lasciato in comproprietà un attaccante come Immobile, per poi ripiegare su Bendtner per completare la rosa. Ed ancora la sopravvalutazione di Giovinco che è stato ripreso ma che, a mio parere, non ha i mezzi fisici, e forse anche mentali, per giocare nella Juventus.
Alcune domande sparse sul Progetto di Bilancio:
pag. 60 - Crediti verso Campi di Vinovo Spa e verso Finanziaria Gilardi. Qual è il punto della situazione?
Pag. 63 - In relazione al mutuo acceso con il Credito Sportivo è accesa un'ipoteca pari al doppio dell’importo concesso. Perché hanno preteso anche come garanzia un conto corrente con oltre 4 milioni di euro di liquidità? E a che tasso sono remunerati?
Pag. 72 - Tra gli oneri di gestione dei diritti calciatori noto che abbiamo pagato 500 mila euro di bonus al Werder Brema per esserci qualificati alla Champions. Non voglio spiegazioni, capisco da solo che si tratta di una clausola del contratto di Diego. Mi serve solo per sottolineare l’ingenuità e la superficialità con cui venivano sottoscritti i contratti fino a qualche anno fa.
Pag. 73 - Tra gli “Altri oneri” si nota un discreto incremento delle spese di rappresentanza. A tale proposito, visto che è un tema caldo, chiedo di illustrare la policy della società in merito alla questione dei biglietti omaggio richiesti da politici e istituzioni varie.
Pag. 80 - Per quanto riguarda l’analisi delle controversie in corso segnalo all’Assemblea che proprio in questo momento a Napoli si sta svolgendo la terza udienza del Processo d’Appello a carico dell’ex amministratore Giraudo per i fatti di Calciopoli. Tra l’altro il principale consulente delle difese è un nostro collega piccolo azionista, si chiama Nicola Penta. Ci auguriamo ovviamente che in quella sede finalmente possa essere ristabilita la verità su certe vicende, ma sappiamo purtroppo che una eventuale conferma della condanna potrebbe innescare una ingente richiesta di danni verso la società proprio per il ruolo che Giraudo ricopriva all’interno di essa. Nel corso degli anni però non è mai stato accantonato a fondo rischi alcun importo con riferimento a questo procedimento. E’ scaramanzia oppure ritenete che al momento non vi siano i presupposti per temere una richiesta di risarcimento?
Pag. 81 - Con riferimento alle azioni legali in corso contro la FIGC presso il TAR e presso la Corte d’appello di Roma, mi sembra che questi procedimenti fossero seguiti dal dimissionario Avv. Briamonte. Vorrei sapere come pensate di gestire queste iniziative e a chi verranno affidate, atteso che, a mio parere, su questo fronte andrebbe effettuata una rivalutazione complessiva delle strategie che obiettivamente si sono rivelate abbastanza sterili. In particolare la decisione di adire il TNAS e non l’Alta Corte del CONI, in merito alla questione scudetto 2006, è apparsa assolutamente irrazionale a tutti gli esperti da noi interpellati.
Sempre tra le questioni giuridiche, vorrei portare all’attenzione dell’Assemblea quanto sta accadendo al Tribunale di Milano nell’ambito del Processo Telecom, dove emerge in maniera sempre più clamorosa che tra i beneficiari delle attività illegali di dossieraggio della Security Telecom ci fosse la società Internazionale F.C. Tra le vittime di queste attività illegali, tra gli altri, ci sono stati tesserati della Juventus e la società stessa, oltre a tesserati di altre società, arbitri e la stessa Federcalcio. In alcuni casi i procedimenti in corso hanno portato già a condanne in primo grado. Abbiamo provveduto a valutare se ci sono ancora i margini per chiedere i danni? In passato avevo già fatto questa domanda a Cobolli Gigli, ma non avevo ottenuto risposta, quindi la reitero al Presidente Agnelli che sono sicuro sul tema non vorrà lasciare nulla di intentato.
Un ultima considerazione sul dato che possiamo leggere a pag. 84 relativo ai compensi per lo studio Grande Stevens che ammontano quasi un milione di euro. Una cifra obiettivamente elevata soprattutto in relazione ai risultati raggiunti.
Concludo, riservandomi ulteriori considerazioni nello spazio riservato alle repliche.

PRIMO PUNTO ALL’ORDINE DEL GIORNO – Intervento dell’azionista Salvatore Cozzolino per delega dell’azionista Federica Mazzonis di Pralafera
Premetto che quanto dirò tra poco è stato già portato all’attenzione del Presidente e di alcuni suoi collaboratori. Detto questo vorrei oggi sottoporre all’attenzione dell’Assemblea alcune considerazioni sul rapporto tra la società e i piccoli azionisti. Questi sono in linea di massima persone che mantengono in portafoglio le azioni soprattutto per motivi affettivi, per possedere materialmente un piccolo pezzetto della società, e con uno spirito assolutamente svincolato dalle logiche speculative tipiche del mercato azionario. Sono molto spesso persone che hanno in carico le azioni a prezzi molto più alti del valore corrente dei titoli, ma che accettano la perdita con "patriottismo", solo per l’orgoglio di poter dire di essere un piccolo azionista. Ma sono allo stesso tempo persone per le quali la società non ha mai considerato finora l'opportunità di creare canali ed iniziative speciali, facendoli diventare interlocutori privilegiati.
L'unico loro interlocutore al momento è l'Investor Relator, una figura tecnica prevista dalla normativa di mercato, ma in realtà molto distante dai piccoli azionisti, i quali sono interpellati dalla società solo in caso di aumenti di capitale come quello varato recentemente. L'obiettivo dovrebbe essere quindi quello di avvicinare gli azionisti di minoranza alla società, creando una serie di iniziative e di percorsi privilegiati. Lo scopo finale è quello di valorizzare lo status di azionista della Juventus, trasformandolo in vero e proprio "status symbol". L’idea è quella di creare un vero e proprio “Club degli Azionisti”, cui tutti i 40.000 piccoli azionisti potrebbero iscriversi gratuitamente, accedendo così a servizi di livello qualitativo superiore rispetto a quello dei semplici tifosi e/o abbonati. L'attività preliminare dovrebbe essere quella di creare (o trasformare quello in essere, se presente) un archivio di profilazione completo di tutti i piccoli azionisti, comprensivo anche di dati a carattere commerciale e familiare; cercare quindi di avere una segmentazione completa che comprenda notizie utili a strutturare iniziative specifiche. Mi riferisco in particolare ad informazioni sul nucleo familiare, sull’abitudine a frequentare lo stadio, ad acquistare merchandising, etc. La raccolta dei dati dovrebbe essere fatta dalla società in maniera multicanale, attraverso la creazione di un sito Internet dedicato ai piccoli azionisti, attraverso la compilazione di un coupon allegato ai principali quotidiani sportivi e finanziari, attraverso un'attività mirata per gli azionisti che hanno rapporti con gli Istituti di Credito con cui esiste una partnership commerciale ed infine attraverso una campagna pubblicitaria di sostegno effettuata sui quotidiani, sul canale tematico, allo stadio e sulle pay-TV durante le partite. Una volta completato il processo di raccolta dati e di profilazione di tutti i piccoli azionisti, il passo successivo sarebbe quello di proporre loro una serie di iniziative che rispondano in primo luogo al criterio di esclusività, e in secondo luogo anche a quello di utilità e di economicità, ad esempio sulla fruizione del merchandising e delle aree di ristoro allo stadio.
In particolare si potrebbero ipotizzare:
- la creazione di una versione di tessera del tifoso che consenta di identificare l’azionista e che gli permetta di accedere alle iniziative e alle aree a lui riservate;
- la creazione allo stadio di un settore con prelazione dedicata ai piccoli azionisti, con iniziative riservate ai loro nuclei familiari, parliamo quindi di fidelizzazione generazionale;
- l’applicazione sugli abbonamenti di piccoli sconti progressivi e proporzionali al numero di azioni possedute e all’anzianità di possesso, parliamo quindi di fidelizzazione finanziaria;
- prevedere con cadenza annuale la facoltà (non l’obbligo), per ogni azionista abbonato, di sottoscrivere un abbonamento “special” che comprenda anche un piccolo aumento di capitale proporzionale al valore facciale dell’abbonamento, da sottoscrivere a sconto rispetto al valore di mercato.
- l’organizzazione di eventi a pagamento dedicati ai piccoli azionisti, con la partecipazione di esponenti della società, della Prima Squadra e del mondo dello Spettacolo, con la possibilità di abbinare iniziative di beneficenza;
- sconti sulla sottoscrizione dell’abbonamento al canale tematico della società e sul merchandising;
- l’estrazione, tra tutti gli azionisti che ogni anno manderanno la certificazione che confermi il loro possesso di azioni Juventus, di premi che comprendano abbonamenti allo stadio, giornate presso il Centro Sportivo di Vinovo, gadgets vari;
- la creazione di accordi con i partner commerciali e gli sponsor di Juventus per l’accesso a beni e servizi con sconti per gli azionisti possessori della “tessera dell’azionista”;
-l’istituzione di un numero telefonico, possibilmente gratuito, riservato agli azionisti per assistenza specifica su tutte le iniziative commerciali e finanziarie e per la raccolta di eventuali proposte e suggerimenti;
- week-end dell’azionista: vendita esclusiva agli azionisti non residenti a Torino di speciali pacchetti comprendenti viaggio, albergo, visita sede, stadio, Museo e biglietto per la partita a prezzi favorevoli;
Più in generale, comunque, occorrerebbe prevedere un meccanismo virtuoso che vada a premiare l’anzianità di possesso, la quantità di azioni possedute, e i nuclei familiari con padre-figlio azionisti.
I vantaggi che la società potrebbe trarre da queste semplici iniziative sono evidenti: si assisterebbe innanzitutto alla trasformazione del semplice azionista in un vero e proprio “socio privilegiato”; parallelamente si otterrebbe una sensibile stabilizzazione e sostegno ai corsi azionari del titolo; la possibilità di programmare piccoli aumenti di capitale tutti gli anni creerebbe un flusso di risorse aggiuntivo per gli investimenti, a disposizione degli Amministratori; l’utilizzo del nuovo stadio e delle relative aree commerciali sarebbe più efficace. Ci potrebbe essere un potenziale aumento dei ricavi da clienti di fascia “medio alta” e una conseguente fidelizzazione finanziaria e commerciale degli stessi. In definitiva i contenuti delle iniziative proposte devono essere tali da trasformare la semplice detenzione di azioni Juventus in uno “status symbol”, il che avrebbe probabilmente il piacevole effetto collaterale di ampliare ulteriormente la base dei piccoli azionisti.
La naturale evoluzione nel corso degli anni del Club degli Azionisti potrebbe essere la Costituzione di un Patto di Sindacato, con il conferimento “materiale” delle azioni. Un progetto ambizioso verso una forma embrionale di azionariato popolare.
Concludo, riservandomi ulteriori considerazioni nello spazio riservato alle repliche.

SECONDO PUNTO ALL’ORDINE DEL GIORNO – Intervento dell’azionista Salvatore Cozzolino
In relazione al secondo punto all’ordine del giorno io credo che sia doveroso fare alcune considerazioni sulla lista dei candidati al Consiglio di Amministrazione che tra qualche minuto voteremo. In linea di massima io sono dell’opinione che i componenti del consiglio di amministrazione dovrebbero essere tutti, e dico tutti, elementi di specchiata fede bianconera. Dico questo perché la Juventus non è una semplice società quotata dove il consigliere viene a fare presenza e a prendere il gettone. Al di là dei potenziali incarichi nei Comitati che il modello di Governance prevede, ricoprire questo ruolo alla Juventus significa assumersi ogni giorno la responsabilità di quello che si dice e di come ci si comporta nei confronti del mondo esterno. La Juventus è una trincea mediatica, e per sopravviverci bisogna avere un cuore grandissimo, oppure aver vissuto fin da piccoli il significato di questi colori e di questa maglia. Non prendete sottogamba quello che vi sto dicendo, perché se è vero che questi anni saranno un ottimo biglietto da visita per i vostri curricula, è pur vero che basta pochissimo per lasciare una macchia indelebile. Se voi chiedete in giro da chi è composto il Cda di Fiat e Generali vedrete che nessuno vi sa rispondere, a parte gli addetti ai lavori. Ma se chiedete chi siede nel Cda della Juventus vedrete che molti vi risponderanno con nomi, cognomi e miracoli di ciascuno di essi. Lei, Avv. Bongiorno, da oggi non sarà più l’avvocato che ha difeso Andreotti, ma quella che è nel Cda della Juventus, e di questo credo se ne sia già resa conto. Tra l’altro, e spero non me ne voglia per questo, io nutro una discreta perplessità per la sua candidatura, non perché non sia persona degna, ci mancherebbe, ma perché, oltre a non essere dichiaratamente tifosa della nostra squadra, è anche stata sempre storicamente vicina a quegli ambienti politico istituzionali romani che sono stati e sono ancora una delle roccaforti del sentimento popolare antijuventino che è tanto di moda. Quegli stessi ambienti che in questi anni hanno osteggiato con tutte le loro forze la revisione storica di quanto è accaduto nel 2006, nonostante l’emersione di elementi che inequivocabilmente hanno fatto capire che si è trattato di giustizia sommaria e giacobina. Per questo io spero che Lei sappia smentirmi e che con il suo prezioso contributo professionale ci sia la possibilità di guardare con rinnovata fiducia alle iniziative giudiziarie ancora pendenti.
Un saluto poi voglio rivolgere alla seconda candidata, la dottoressa Grazioli-Venier, che conosco poco, e al momento posso apprezzare soprattutto per la sua leggiadria, ma che sono certo abbia compreso prima di ogni altro, in funzione del suo particolare ed interessante profilo professionale, l’incipit del mio intervento con il riferimento alla sovraesposizione mediatica del ruolo che andrà a ricoprire e alle responsabilità non solo verso la società e gli azionisti, ma anche verso 14 milioni di tifosi in giro per il mondo. E sono sicuro che su questa lunghezza d’onda si sia sintonizzato subito anche il Dott. Arrivabene, anche lui uomo di marketing.
Per quanto riguarda il Dott. Garimberti la situazione invece è leggermente diversa. Lui si è sempre professato juventino e in tale veste ha assunto recentemente la presidenza del Museo. Lo ricordo anche molto spesso prima del 2006 ospite di dibattiti televisivi in veste di opinionista e tifoso della Juventus. Nel suo curriculum abbondano incarichi di prestigio nell’ambito dell’informazione, tra cui una lunga militanza al quotidiano LaRepubblica e alla RAI. Tuttavia nel 2006 e negli anni successivi io non ricordo un suo articolo o editoriale che stigmatizzasse quello che stava accadendo. Possibile che, pur essendo uno dei senatori della Redazione di Repubblica, non si fosse reso conto della ferocia con la quale tutti i giorni veniva attaccata la Juventus? E alla RAI, in oltre tre anni di presidenza, possibile che non abbia mai cercato di arginare la deriva antijuventina della redazione sportiva? In buona sostanza Le ripeto quanto detto in precedenza. Noi abbiamo bisogno di gente in piedi, non seduta. Questa è una trincea, non è un salotto. Lei se la sente? Inoltre qual è il valore aggiunto che ritiene di poter conferire nell’ambito delle sue competenze ovviamente, a questa società? Se vuole potrà rispondermi in questa sede, o anche personalmente, sarò lieto di confrontarmi e di ospitare il suo pensiero sulle colonne di Juventinovero.com.
Per quanto riguarda i consiglieri che si apprestano ad essere confermati non credo ci sia nulla di particolare da sottolineare, se non il solito dubbio in capo al dott. Venesio, che è presente nella lista EXOR come candidato indipendente, ma che ricopre importanti incarichi presso una delle società che viene segnalata come “parte correlata” ai sensi dalla delibera Consob n. 17221 del marzo 2010.
C’è poi il caso del dott. Mazzia, che sappiamo essere un granata di ferro, ma che gode di una certa immunità retroattiva, in quanto il più grande amministratore delegato della nostra storia, il dott. Antonio Giraudo, era anche lui un tifoso del Toro, ma da grandissimo professionista aveva saputo creare una macchina quasi perfetta che ancora oggi gode del suo lavoro e delle sue idee innovative. Solo una cosa, dott. Mazzia, quando segna la Juve La vorremmo un po’ più entusiasta in Tribuna. Mi raccomando.
Concludo, riservandomi ulteriori considerazioni nello spazio riservato alle repliche.