de santisFabio Vignaroli è sul banco dei testimoni per raccontare alcuni episodi della partita Lecce-Parma, ritenuti idonei dagli inquirenti a provare l'accusa di "taroccamento" del match, ad opera dell'arbitro Massimo De Santis. Gli episodi significativi, nella ricostruzione accusatoria, sarebbero quella frase - "Questa non la vincete" - che lo stesso Vignaroli ha sostenuto essere stata pronunciata dall'arbitro romano nei suoi confronti, nel corso della partita, e la squalifica "leggera" (una sola giornata) comminata allo stesso Vignaroli, per le sue eccessive rimostranze al termine della gara. E' lo stesso Vignaroli ad ammettere che, con quello che aveva detto a De Santis, si sarebbe aspettato una squalifica di 6 mesi da parte della giustizia sportiva. Perché quindi una squalifica così lieve? Si immagina che il De Santis, conscio della "gaffe" verso Vignaroli e, naturalmente, del dolo nel determinare il risultato della partita, abbia inteso non infierire nelle punizioni verso i ducali, con il timore che sarebbero state sollevate questioni nei confronti del suo arbitraggio. De Santis, insomma, aveva qualcosa da farsi perdonare, secondo questa teoria.
Per quanto concerne la frase di De Santis, Vignaroli conferma. Glielo disse "con il fischietto in bocca".
La seconda prova risulta in parte smontata dalla lettura, da parte dell'avvocato Gallinelli, del referto post-gara di De Santis che scrive che l'attaccante ligure gli avrebbe promesso: "Ti giuro su mia madre che ti vengo a prendere fino a casa". Vignaroli conferma la frase, ma non aggiunge elementi ulteriori alla sua aggressione verbale verso De Santis. E' vero, indubitabile, che probabilmente un tale sfogo meritasse ben più di una giornata di squalifica, ma è altresì vero che De Santis lo ha correttamente riportato a referto. Ci fosse dell'altro, Vignaroli non lo ricorda.
C'è di più: l'aggressione verbale di Vignaroli a De Santis, che aveva visto tra i testimoni oculari anche il giornalista di Sky Impallomeni e, più importante, un uomo dell'Ufficio Indagini della FIGC, aveva già creato grossi problemi all'arbitro di Tivoli, che era finito sotto indagine dell'Ufficio allora guidato dal generale Pappa, proprio nei giorni susseguenti la partita. L'inviato dell'Ufficio Indagini aveva infatti giudicato il referto non corrispondente a quanto accaduto davvero nel tunnel degli spogliatoi, ovverosia che Vignaroli aveva dato in escandescenze e, riportano fonti giornalistiche, si era sfiorata la rissa. Indagine che si concluse poi in un nulla di fatto. Confermato sostanzialmente dall'aderenza delle dichiarazioni di Vignaroli oggi al referto stilato da De Santis.

Avv. Gallinelli: Lei disse a Minotti che De Santis evidentemente aveva la coscienza sporca. Non lo ritiene grave quello che De Santis aveva scritto nel referto? Che doveva scrivere più?
Vignaroli: Beh sì, ma non lo avevo ancora letto il referto: era una mia supposizione


Vignaroli mostra poi di confondere i fatti salienti della gara, non mostrandosi idoneo (come naturale) a poter certificare un eventuale dolo nell'arbitraggio da parte di De Santis. Rimangono però i due dubbi di cui sopra.

Il primo: una frase, con il fischietto in bocca, si capisce bene?
Il secondo: perché una sola giornata di squalifica?
C'era la volontà di limitare i danni contro il Parma, sapendolo in credito verso il Palazzo per quella partita? C'era la paura che il Parma potesse mettere in imbarazzo le istituzioni, denunciando De Santis?
Bene, se c'era, e il Parma doveva essere quindi aiutato, perché non aiutarlo negli spareggi contro il Bologna per evitare la B?
A microfoni spenti, e intercettazioni finite, il Parma, con tante assenze per squalifica nella gara di andata, riesce lo stesso a portare a casa la salvezza nei due incontri. Gli arbitri? Farina e Collina, con guardalinee Puglisi.
E la Cupola che c'entra? Niente, appunto.