Pairetto

Premessa. Il frammento di conversazione che segue, preso da qui, è stato intercettato dalla procura di Torino il 15 settembre 2004:


Pairetto: "Avevo fatto mettere Meier appunto perché è un arbitro molto... "

Facchetti: "Sì perché a Valencia…"

Pairetto: "Affidabile, no no lì a Valencia è un ambientino...bello tosto, anche se ieri è stato un bel risultato, lui è stato bravo"


Come si vede, il compianto Giacinto Facchetti si rivolgeva tranquillamente al designatore Pairetto per avere rassicurazioni sulle designazioni per le partite di Champions della sua Inter. D'altronde si trattava di una prassi comune e consolidata, niente di illecito o sportivamente sleale.

Il gruppo di intercettazioni che sto per analizzare contiene appunto una serie di conversazioni incentrate su una designazione arbitrale europea, quella del ritorno dei preliminari di Champions League svoltosi il 24 agosto tra gli svedesi del Djurgardens e la Juventus.

All'andata le cose erano andate maluccio, sia dal punto di vista del risultato - un 2-2 casalingo che non lasciava tranquilli - che da quello arbitrale, per alcuni errori che avevano penalizzato la Juventus. I dirigenti bianconeri speravano quindi che l'arbitro del ritorno fosse preparato e affidabile, capace cioè di evitare errori che rischiassero di compromettere una qualificazione così importante, anche dal punto di vista economico.
Il tutto senza ovviamente dimenticare che, come dice a un certo punto Giraudo, "è chiaro che dobbiamo fare la partita noi".

Purtroppo, durante l'estate di Farsopoli, anche brani di queste conversazioni sono stati fraudolentemente travisati per infangare la dirigenza juventina.



3.1 Pairetto a Moggi: C'era solo la segretaria bassa


Come il rapinatore in banca, nella fretta di infilare nel sacco più banconote possibili, può portarsi via pure qualche cartaccia, qui il giornalista infila sul web una telefonata del tutto insignificante della durata di 20 secondi, in cui il Direttore chiama Pairetto per chiedere "se ha saputo qualcosa". Questi risponde che non è ancora riuscito a parlare con la "persona", perché c'era solo "la segretaria bassa".
Una menzione speciale per lo strepitoso esempio di malafede va al titolista di Repubblica, che la etichetta così: "Moggi: Le bugie con Giraudo". Delirio.



3.2 Pairetto a Moggi: E' Cardoso


E' Ferragosto. Pairetto si trova in montagna e chiama Moggi per annunciargli la designazione del ritorno del preliminare di Champions. Si tratta dell'arbitro portoghese Cardoso. E' buono, sostiene: "E' stato già in Italia con noi".

E' una telefonata breve, finalizzata solo alla comunicazione del nominativo dell'arbitro. I due si concedono solo qualche battuta di prammatica: Moggi chiede: "come sono andate le partite?". Per Pairetto, in comode panciolle vacanziere, è andato tutto bene, "non c'è stato nulla", anche se non ha ancora letto i giornali.
Poi si rimandano a un futuro ipotetico incontro a Torino, qualora ce ne fosse l'occasione.



3.3 Moggi a Pairetto: E' Paul Green


Verrebbe da dire: anche le cupole fanno cilecca.

"All'anima di Cardoso!", esordisce infatti Moggi in questa intercettazione, "E' Paul Green".
Pairetto trasecola: "E' successo allora qualcosa. Si vede che è stato male o qualcosa del genere".
"Informati un momentino", chiede il sospettoso capocupola. E aggiunge: "Io intanto c'ho aperto".[1]

Qualche domanda.

Che diavolo di affiliato di cupola è mai Pairetto se deve fare tutto Moggi, dato che è proprio lui a correggere il designatore?
Ma soprattutto, chi caspita è Paul Green? E perché Pairetto, che dei due dovrebbe essere l'esperto di arbitri europei, non pone questa domanda a Moggi dato che un arbitro con tale nome non esiste?
Man mano che ci si addentra nell'ascolto di queste intercettazioni, dalla tanto strombazzata testimonianza di un drammatico sistema di malaffare, si ha sempre più l'impressione di scivolare verso la commedia grottesca stile Totò Peppino e la Malafemmina!

 

 

3.4 Moggi a Giraudo: E' Graham Poll

 

Finalmente al nostro rimpianto ex Direttore riesce di pronunciare correttamente il nome dell'arbitro designato per il benedetto incontro di Stoccolma: Graham Poll. Cardoso, come spiega a Giraudo, si è infortunato.[2]

Moggi valuta Poll buono per le partite in trasferta e si augura che l'UEFA abbia "a cuore le sorti della Juve", più o meno lo stesso pensiero di Giraudo. Il che, ovviamente, non significa che sperino in "favori", anzi, pare chiaro che i due desiderino solo che la Juve possa fare la propria partita senza subire torti arbitrali, data la netta superiorità dello squadrone bianconero (il match poi finirà 1-4 per la Juve).

Tanto è vero che la conversazione vira alla svelta sull'umore della squadra in vista della sfida. Giraudo è soddisfatto dell'ambiente che si sta creando: parla bene di Capello, Tacchinardi, Zebina, Nedved. Vede dei notevoli miglioramenti rispetto alla poco fortunata stagione precedente. Trova azzeccata anche al scelta dello staff tecnico e in particolare parla in termini entusiastici di Galbiati. Di Capello loda la grande professionalità.[3]
La telefonata si chiude col Direttore che parla di trattative di mercato ancora in corso,[4] finché Giraudo saluta dicendo che andrà a giocare a calcetto.



3.5 La combriccola bolognese


Questa intercettazione dà l'idea di essere stata pubblicata solo per documentare il funambolismo telefonico di Moggi, alle prese con ben tre chiamate contemporaneamente.

Repubblica la titola "Tre telefonini", ma in realtà due chiamate sembrano avvenire sulla medesima linea, dato che si ascoltano anche le voci dei rispettivi interlocutori. Una avviene invece su una linea non intercettata, dove il Direttore si limita a parlare di visite mediche in corso, con una donna sembrerebbe.
La prima chiamata, sulla linea intercettata che dovrebbe essere quella di casa Moggi, è di Pairetto dall'UEFA, che esordisce complimentandosi di non si capisce bene cosa, forse del passaggio in Champions, ma più probabilmente dell'acquisto di Ibra, dato che parla di una "notizia arrivata qui dall'Olanda".

Ma Moggi preferisce portare il discorso su "sabato", e cioè sul trofeo Berlusconi appena disputato (28 agosto, 1-0 per la Juve), per il quale si lamenta degli errori dell'assistente Saglietti. Fa riferimento a una sua previsione che si sarebbe avverata: "Quando io vi dico qualche cosa, mi date anche contro". Pairetto ammette, ma minimizza. E Moggi "Però vengono tutti da Bologna.

Al che il designatore ribatte che un altro bolognese, Stagnoli, avrebbe invece fatto sempre benissimo, ma Moggi insiste: "Nella maggior parte dei casi i problemi li creano questi qui".

Ma guarda un po'. E se invece della pseudo-filo-moggiana "combriccola romana" fosse esistita una anti-juventina "combriccola bolognese"?[5]

Poi il Direttore viene interrotto dalla chiamata di una donna, una segretaria sembra, a cui chiede di attendere per rispondere al misterioso interlocutore delle visite mediche. Quando finalmente si libera, si ascoltano alcune battute con la segretaria che gli parla di non specificati fax, finché l'intercettazione viene tagliata malamente.

 

 


[1] Pare che Moggi intenda dire che terrà il telefonino acceso e/o libero in attesa della chiamata, ma gli inquirenti hanno colto la palla al balzo, facendo passare tale modo di dire come una parole d'ordine per passare all'utilizzo delle fantomatiche schede non intercettabili. In tal caso, perché allora non hanno usato la scheda svizzera anche per questa chiamata? L'argomento per il quale si rimandano a più tardi non è lo stesso?

[2] Eh, certo: Pairetto sarà ricorso a una segretissima scheda svizzera per comunicare al Direttore un'informazione così scottante e decisiva per le attività criminose della cupola.

 

[3] Giraudo sembra risentito nei confronti di Lippi, uno che, a suo dire, parla solo "di figa, di pesca" (a differenza del nuovo staff tecnico: "questa invece è gente concentrata sul lavoro"). Addirittura, secondo lui non arriverà neanche ai Mondiali, e critica il fatto che in Islanda non abbia lasciato entrare Abete nell'albergo. Moggi lo asseconda, definisce Lippi un insicuro, dice che continua a chiamarlo, che continua "a raccomandarsi" Secondo Giraudo non ha carattere e prevede che troverà l'opposizione dei giocatori più importanti e della stampa.

Anche questo passaggio venne molto enfatizzato durante Farsopoli, e infatti Repubblica titola questa intercettazione: "Giraudo a Moggi: Lippi non arriverà al Mondiale".

In effetti, è vero, queste parole suonano sgradevoli. Avendo appena concluso la collaborazione con Lippi, M&G si rassicurano a vicenda sulla bontà di chi l'ha sostituito anche malignando su chi non c'è più. Non è bello.
Ma…ma…
Cosa c'entra questa conversazione con ipotesi di illeciti? Perché conversazioni private senza alcuna rilevanza penale vengono diffuse a solo scopo di becero gossip?

Chi è peggio, due liberi cittadini che malignano al telefono su un ex collega o dei pubblici ufficiali che li spiano e, ILLEGALMENTE, passano alla stampa le loro conversazioni?

[4] In particolare, Moggi parla della trattativa in corso per Cannavaro. Paco (Casal, il procuratore di Carini) gli avrebbe rivelato le parole che il dirigente interista Branca avrebbe detto al giocatore: sarebbe finito ovunque tranne che alla Juventus. Fedele (procuratore di Cannavaro) gli avrebbe detto che gli interisti aspettavano l'esito dei preliminari e, nel caso si fossero qualificati, allora sarebbe rimasto per far numero. A quel punto Cannavaro sarebbe andato a parlare con Ghelfi chiedendo di farsi vendere e minacciando di non andare agli allenamenti (Vedi anche l'intercettazione 1.1 Moggi: ma ti rendi conto: Cannavaro?, già analizzata in "Bravura Juve").

[5] Vedi anche l'intercettazione 1.5 Moggi a Giraudo: In effetti Berlusconi è andato nello spogliatoio, ha preso il pettine e l'ha pettinato, già analizzata in "Fragilità Juve". In particolare, quando Moggi dice: "E' stata una cosa perfetta. Però resta il fatto che Salienti non verrà più con noi… fa parte degli assistenti bolognesi e ha fischiato quel fuorigioco di Zalayeta che non sta né in cielo né in terra… l'ha detto anche lui".