Riprendiamo l'otttimo articolo di Marco Palazzi pubblicato su Toscananews.net sulla partita Juventus-Roma:

FIRENZE – Ci sono partite che, qualsiasi decisione tu prenderai, non metterà mai d’accordo nessuno. Sbagli e ti danno addosso. Puoi fare bene e ti danno lo stesso addosso. L’arbitro Gianluca Rocchi della sezione di Firenze, ma originario della vicina Sant’Angelo a Lecore, è oggi sul banco degli imputati per la sua direzione di Juventus-Roma a Torino. C’è chi immagina complotti, soprattutto su alcuni giornali, chi invoca la moviola in campo, anche se i moviolisti a tutt’oggi non riescono a mettersi d’accordo, c’è chi fa il gesto del violino come a mimare i mafiosi del Padrino, c’è chi usa parole di fuoco, chi addirittura presenta interrogazioni parlamentari come se i mali dell’Italia risiedessero nel pallone. Ma vediamo cosa ha combinato Rocchi allo Juventus Stadium.

13’ primo tempo. Marchisio, mentre sta per calciare verso la porta difesa da Skorupski, viene colpito dalla gamba destra di Manolas sulla propria gamba destra. Marchisio perde l’equilibrio e cade a terra. Molti giornali hanno detto che non è rigore nonostante Marchisio fosse stato toccato da Manolas. La regola 12 del regolamento del giuoco del calcio dice che è fallo punibile con un calcio di punizione diretto (in area, naturalmente, viene sanzionato con un rigore) se un giocatore “colpisce o tenta di colpire un avversario”. Il colpo di Manolas c’è e quindi anche il rigore. La regola 12 afferma anche che “un calciatore […] deve essere espulso se […] impedisce un’evidente opportunità di segnare una rete ad un avversario che si dirige verso la porta, commettendo un’infrazione punibile con un calcio di punizione o rigore”. Marchisio aveva una chiara occasione da gol e quindi, oltre al rigore, Manolas sarebbe dovuto finire anzitempo a fare la doccia. Ma a velocità normale è comunque difficile notare il fallo di Manolas. Forse Rocchi ha pensato che Marchisio sia inciampato su se stesso, ma il tocco del greco è evidente.

26’ primo tempo. La Juventus si appresta a battere una punizione da fuori area, la barriera viene disposta in area da Rocchi. Pirlo batte, Maicon colpisce col braccio. C’è chi dice che non sia nemmeno fallo di mano perché l’intenzione di Maicon è di coprirsi il braccio. Sempre la regola 12 afferma che “per stabilire la volontarietà, l’arbitro deve prendere in considerazione i seguenti criteri: il movimento della mano (per mano si intende anche il braccio, ndr) in direzione del pallone (non del pallone in direzione della mano)”. Il gomito di Maicon è puntato verso Pirlo, quindi amplia notevolmente il volume del giocatore romanista, e soprattutto va in direzione della palla. Il fallo c’è. Solo che è avvenuto di pochi centimetri fuori area. Rocchi in un primo momento assegna giustamente una nuova punizione dal limite per la Juventus, ma su indicazione del primo assistente cambia idea e concede il rigore. L’errore di Rocchi è indotto dal cosiddetto guardalinee, ma è pur sempre questione di pochi centimetri e a velocità normale e senza replay è difficile giudicare. Tra l’altro la verità sul fallo di mano fuori dall’area è giunta soltanto ieri in serata. Un’eventuale moviola in campo avrebbe lasciato ancora molti dubbi. C’è chi si chiede: a parti invertite avrebbero concesso rigore per quel fallo di mano, ammesso che fosse accaduto all’interno dell’area di rigore? C’è un precedente nella stagione 2010/2011: all’Olimpico di Torino, Pepe respinse nella stessa maniera di Maicon una punizione di Totti. L’arbitro Rizzoli concesse il rigore per la Roma.

31’ primo tempo. Punizione per la Roma, la palla giunge in area, Lichtsteiner e Totti franano a terra. Rocchi non ha dubbi e indica il rigore. A parte la posizione errata del fischietto fiorentino, il primo a commettere fallo, però, è Totti e quindi il successivo abbraccio di Lichtsteiner al campione romanista sarebbe avvenuto a gioco fermo. Rocchi avrebbe dovuto fischiare il fallo in attacco del capitano giallorosso.

45’ primo tempo. Rocchi concede un minuto di recupero, il quarto uomo mostra la lavagnetta. Poi, però, si infortuna Cáceres e ci sono proteste tra i difensori della Juventus e Gervinho che aveva proseguito lo stesso l’azione, litigando col fair-play. Rocchi, riportata la calma, alza nuovamente il braccio e il dito indice. In altre parole, ha indicato un nuovo minuto di recupero, che quindi sono diventati in tutto due.

46’ primo tempo. Pjanic stende Pogba. Rocchi fischia il secondo rigore per la Juventus, il terzo della gara. C’è chi dice che Pjanic fosse fuori area al momento dell’aggancio a Pogba. Un dubbio fugato dalle immagini frontali della Lega di Serie A (non quelle che magicamente spuntano su internet da un’inquadratura quasi frontale, ma con un minimo di prospettiva) che mostrano il piede destro di Pjanic seppur di pochi centimetri sopra la linea bianca nel momento del tocco sul francese. Inoltre, il piede sinistro di Pogba pesta la striscia bianca, mentre quello destro è più avanti di quello sinistro al momento del fallo di Pjanic. La regola 1 del regolamento del giuoco del calcio afferma che “due linee sono tracciate perpendicolarmente alla linea di porta, a m. 16,50 dall’interno di ciascun palo. Queste due linee hanno una lunghezza di m. 16,50 verso l’interno del terreno di gioco e sono congiunte da una linea tracciata parallela alla linea di porta. La superficie delimitata da queste linee e dalla linea di porta e denominata area di rigore”. Perciò, le righe fanno parte dell’area di rigore e questo è un rigore ineccepibile, anche se di difficile chiamata. Almeno in questo caso, Rocchi è stato fortunato e ha deciso in maniera giusta. E se avesse concesso la punizione, avrebbe sbagliato, ma sempre per questione di centimetri.

40’ secondo tempo. Bonucci colpisce al volo e segna il gol decisivo. Ci sono però due giocatori bianconeri oltre la linea dei difensori, soprattutto Vidal. Fuorigioco attivo o passivo? L’interpretazione della regola 11 non è mai semplice. La regola dice che “essere in posizione di fuorigioco non è di per sé un’infrazione” e che “un calciatore in posizione di fuorigioco deve essere punito solo se, a giudizio dell’arbitro, nel momento in cui un suo compagno gioca il pallone o è da questo toccato, egli prende parte attiva al gioco: intervendo nel gioco oppure influenzando un avversario oppure traendo vantaggio da tale posizione”. “Influenzare un avversario” vuol dire “impedire ad un avversario di giocare o di essere in grado di giocare il pallone, ostruendogli chiaramente la visuale o i movimenti che, a giudizio dell’arbitro, ingannino o distraggano un avversario”. Nell’estate 2013, però, l’Ifab, l’istituzione che per conto della Fifa gestisce il regolamento calcistico, dispose che, per essere in fuorigioco attivo, l’attaccante deve “interferire con il difensore” e “trarre vantaggio dalla posizione di fuorigioco”. Viste le poche delucidazioni, lo scorso mese di luglio l’Ifab ha deciso di chiarire ulteriormente una norma che aveva creato molto caos. Infatti, non conta più il cono visivo, per esempio, del portiere. Affinché un attaccante sia in posizione di fuorigioco attiva, se non tocca il pallone deve comunque partecipare attivamente all’azione per mezzo di una finta, andando verso il portiere, facendo un movimento laterale. Nel caso del gol di Bonucci, Vidal non è sulla traiettoria del pallone, ma rientra nel cono di visione dell’estremo difensore romanista. Vidal avrebbe dovuto ostruire completamente la visuale di Skorupski trovandosi perfettamente sulla traiettoria del pallone. Ma come si vede dall’immagine, ciò non succede. E il portiere giallorosso si tuffa proprio appena Bonucci colpisce al volo, senza alcun disturbo. Vidal al momento del tiro corre tranquillamente in direzione del centrocampo. Due anni fa sarebbe stato fuorigioco, ma con le nuove disposizioni Ifab non lo è. Ha fatto bene Rocchi a non annullare la rete di Bonucci.

44’ secondo tempo. Giuste le espulsioni a Morata e Manolas per i reciproci “scambi di cortesia”.