Lo scontro diretto al vertice della classifica è arrivato e, puntuali, sono arrivate le polemiche. Una direzione di gara sfortunata dell’arbitro Rocchi ha ridestato i peggiori istinti farsopolari nei nostri “amici” della stampa, che hanno (neanche tanto) rispolverato i tormentoni antijuventini più classici, in un crescendo rossiniano culminato, udite udite, nell’interrogazione parlamentare, un caro vecchio must di nerazzurra memoria. In queste due puntate di Orrori di Stampa analizzeremo gli interventi giornalistici più “meritevoli” e faremo una panoramica nel mondo dei social, vero e proprio “pozzo” di orrori dell’era tecnologica. E a chi avesse ancora tanto a cuore i campionati falsati, rispondiamo con la celebre battuta del grande Totò: "Ma mi faccia il piacere".
 
Rassegna stampa del 6/10/2014. Premessa: che sia stata una partita contrassegnata da un arbitraggio scarso mi sembra lampante, così come è legittimo che ognuno la pensi secondo il proprio modo di vedere le cose, infatti anche noi abbiamo una nostra visione degli episodi incriminati. In realtà ce l’ha anche la Gazzetta ("Juve-Roma, la moviola: regolare il 3-2 di Bonucci, mani di Maicon non punibile"), sorprendentemente in controtendenza con la sua fama di “orientatrice del sentimento popolare”. Segno dei tempi e dei cda.
Ovviamente la fanno da padrone i quotidiani romani con il CorSport di De Paola e il suo “Campionato falsato”, sparato in prima pagina “a nove colonne”, insieme alla “Tripletta di Rocchi”, al Tempo con un eloquente “Fermi tutti, questa è una rapina” e al Messaggero con un bel “Rabbia Roma, la Juve vince aiutata dagli errori dell’arbitro”. Tutti molto sobri ed abbottonati, devo dire. Più defilata Repubblica con il suo “Rigori e espulsioni, poi vince la Juve”. Defilata sì, considerato il contesto, ma la citazione delle amenità dette da Totti poco sopra e le “rassicuranti” firme di Crosetti e Gamba chiariscono bene l’antifona. Innanzitutto De Paola e soci dovrebbero spiegarci come si fa a falsare un campionato alla sesta giornata con 32 partite da giocare e 96, dico 96 punti disponibili. Roba che neanche nelle più fervide perversioni auricchiane. Un tipo, il De Paola, che si adatta bene all’ambiente circostante visto che il CorSport, in particolare sotto la sua direzione, non è più il giornale delle romane bensì il “Corriere di Trigoria”: una specie di pravda da curva che fomenta i più beceri istinti del popolo giallorosso con lo scopo di addossare tutte le sciagure possibili ed immaginabili addosso al grande “alibi di chi non vince mai”, ossia la Juventus. Con buona pace della deontologia e della corretta informazione al lettore. E subito dietro gli altri giornali come quelli citati e l’immancabile mondo delle radio romane, con il comune scopo di ottenere il bel risultato  che ogni volta che la Juventus va a giocare a Roma è simil guerra civile con tanto di assalti all’autobus della squadra e non solo. Ma se poi sfortunatamente la tragedia accade davvero, tutti a lavarsi pilatescamente le mani e a condannare la violenza. Per la serie “il coccodrillo come fa”. In più tutti questi signori hanno davvero una bella memoria corta. Chissà perché Totti e De Paola non si ricordano mai dei Rolex di Sensi, dei bilanci sfondati, delle plusvalenze tarocche, dei passaporti falsi, dei cambi di regolamento a pochi giorni dallo scontro diretto, della vergognosa legge “Salva Calcio” del 2003, delle intercettazioni "oggettivamente omesse" di Farsopoli in cui si sentiva un Pradè (allora dirigente della Roma) abbastanza in confidenza con il “cupolaro” Mazzini. Non se le ricordano mai queste cose Totti e De Paola, tutti intenti a denunciare le “ruberie” della Juventus senza argomentazioni se non errori arbitrali pompati mediaticamente. Chissà che andando a spulciare nell’archivio di Tuttosport non si riesca a trovare qualche editoriale del direttore che stigmatizzi eventuali accuse alla Juventus durante la gestione blancobolliana. Magari non si trova, ma sarebbe sicuramente interessante cercare. Vi faremo sapere…
 
Marco Travaglio a Radio 2: “Che vergogna. Agnelli ha superato Moggi” - 6/10/2014. Il guru dei farsopolisti ai microfoni di Radio 2 non si è fatto sfuggire l’occasione di calcare la mano dopo i fatti di Juve-Roma. Al centro di tutto, come sempre, l’unica e vera ossessione: Luciano Moggi. La Juve ha rubato per l’ennesima volta e l’ha fatto addirittura in maniera più palese di quando c’era Lucianone. L’allievo supera il maestro secondo Travaglio. Che si vergogna, dice. Anche noi ci vergogniamo, però.
Sul sito del Fatto Quotidiano, sempre del 6 Ottobre, si può leggere un articolo sulla grottesca vicenda dell’interrogazione parlamentare scaturita dai fatti “incriminati”. Apparentemente non è un articolo da “Orrori”, si riportano le varie posizioni dei politici che hanno promosso questa azione e di quelli che invece sono contrari. Una cronaca asciutta e neutra. E proprio qui casca l’asino. Il Fatto Quotidiano non è quel giornale che sbugiarda le malefatte della politica, che si pone dalla parte del cittadino, che si indigna? Ebbene, neanche un accenno al fatto che è vergognoso ed offensivo che una classe politica come quella che abbiamo, in una situazione tragica e disperata in cui tante famiglie non riescono ad andare avanti e dove migliaia di giovani disoccupati non riescono neanche ad ipotizzare un futuro, pensi ad una partita di pallone. E’ un insulto alla dignità ed alle sofferenze della gente. Neanche una riga di sdegno in quest’articolo del “Fatto”. Forse perché le panzane di Miccoli e Rampelli ben si sposano con le posizioni del guru? L’odio antijuventino evidentemente è bipartisan. Brutti tempi però per Travaglio ed accoliti. Per anni colui che era famoso per la conoscenza a menadito delle carte processuali ha continuato a recitare il mantra dell’accusa, ignorando clamorosamente tutto ciò che succedeva in dibattimento a Napoli. La “cupola” crollava e Travaglio continuava fiero a sostenere le sue convinzioni, in barba ai fatti. Adesso, però, ci sono solo episodi arbitrali. Niente Auricchio, niente Narducci e niente romanzi travestiti da informative. Sarà un po’ dura sostenere plausibilmente la tesi della “Juve che ruba”. Il guru, nel frattempo, potrebbe comodamente sedersi sulle gradinate dell’Olimpico, così da ricevere l’ambito riconoscimento di romanista ad honorem, dopo aver fatto per anni incetta di consensi nella San Siro nerazzurra. Basta che non continui a sostenere di essere juventino, non ci crede più nessuno. Per quanto riguarda i paragoni, invece, purtroppo non siamo d’accordo. Andrea Agnelli ancora non è arrivato ai livelli di “Lucianone”, anche se noi speriamo che la convinzione di Travaglio si avveri presto. Purtroppo mancano ancora quattro scudetti e una discreta quantità di finali e di coppe europee. Ma il ragazzo è giovane, si farà.
 
P.s. Segnaliamo una perla del "Corriere". Parlando dei "dieci episodi episodi più polemici del calcio italiano", i corrieristi includono in questa lista anche il rigore "dubbio" trasformato da Brady a Catanzaro nell'82: questo (al secondo 33); e  lasciamo a voi ogni commento. Sempre secondo il solito schema: gli episodi pro Juve vanno amplificati e mistificati, quelli contro o a favore degli altri vanno ignorati. E vai di sentimento popolare!