gazzettaAbbiamo visto nell'articolo precedente che, se la ricusazione del collegio giudicante fosse andata a buon fine, Maurizio Galdi non si sarebbe stracciato le vesti.
Il 9 gennaio 2010 Galdi prende atto che la Corte di Appello dichiara inammissibile l'istanza di ricusazione presentata dalla Procura nei confronti di Teresa Casoria.
Il 10 febbraio Galdi fa il resoconto della prima deposizione di Auricchio, lunga ed un po' noiosa, scrivendo anche: "Per questo Auricchio richiama una telefonata intercettata «ambientalmente», mentre Moggi era al telefono con un'altra persona e sull'utenza svizzera arriva la telefonata di un arbitro col quale Moggi parla proprio di queste ammonizioni". Galdi non è in grado di scrivere il nome di questo arbitro, perché non ci sono prove sicure che sia un arbitro; un condizionale sarebbe stato più corretto.
Nella terza deposizione di Auricchio inizia il controesame delle difese, ma Galdi nel suo articolo di 18 righe riporta davvero poco di tutto quello che è stato detto in aula: non dice che Auricchio non ha saputo elencare quali siano stati, precisamente, i telefoni fatti mettere sotto controllo e per quanto tempo, non dice che Auricchio risponde al legale di Pairetto che sul sorteggio non sono mai stati sentiti i notai, che non si è indagato su chi fossero i giornalisti presenti, che non si è indagato sul metodo delle designazioni, che non è stata verificata la griglia della decisiva Milan-Juve. Galdi non dice che Pairetto fa una dichiarazione spontanea nella quale afferma che non è vero che Paparesta venne sospeso dopo Reggina–Juve, dato che arbitrò la domenica successiva in B e venne inserito nella griglia di una partita importante due domeniche dopo, a differenza di Racalbuto che, dopo essere stato contestato dopo Roma-Juve per alcuni errori a favore dei bianconeri, venne fermato per nove turni. Perché Galdi non dice queste cose al lettore della Gazzetta? Forse perché contraddicono l'accusa e quello che la Gazzetta ha sempre scritto?

Nel frattempo il panorama dell'informazione sul processo cambia: non sono più solo Radio Radicale con gli audio integrali delle udienze, Alvaro Moretti, ju29ro.com e il forum J1897 a seguire le udienze ed informare. Alvaro Moretti su Tuttosport se ne occupa sempre di più, con a ruota altri grandi giornali, soprattutto in vista del controesame di Auricchio da parte degli avvocati di Moggi.

Il 23 marzo l'avvocato Prioreschi, del collegio di difesa di Moggi, controesamina Auricchio. Ci sono più media attenti all'udienza (latitano ancora Repubblica e Corriere dello Sport, molto attivi nel 2006), per cui qualcosa in più bisogna pur scriverla. Galdi titola il suo articolo "Difese all'attacco, Auricchio in difficoltà" e qualcosa concede, come quando scrive: "Una deposizione tra luci e ombre, con momenti di tensione con gli avvocati quando il pm Narducci ha tentato invano di «soccorrere» Auricchio. [...] La risposta che «Moggi voleva comunque che restasse lo status quo», è apparsa un po' debole. [...] Se la cava meglio Auricchio sui diversi capi d'accusa, ma il dubbio che qualche ulteriore approfondimento sulle partite poteva essere fatto resta. [...] Anche Paolo Gallinelli, avvocato dell'ex arbitro Massimo De Santis, ha iniziato il controesame, teso a smontare il teorema dell'accusa. Auricchio viene messo in difficoltà su Lecce-Parma, quando l'avvocato gli obietta che a un certo punto gli stessi calciatori avevano smesso di giocare. «E allora cosa c'entra De Santis?» gli chiede. «Nulla», ammette il carabiniere»". Galdi, però, non scrive nulla sui tanti "Non lo so" e "Non ricordo" di Auricchio alle domande di Prioreschi, non dice nulla ai suoi lettori sulla risposta relativa alle televisioni del Milan, sui mancati riscontri alle ipotesi di frode sportiva. Galdi, inoltre, omette di riportare quello che ogni buon cronista ha notato essere il punto clou dell'udienza, che dopo qualche giorno deflagherà su tutti i giornali con la pubblicazione delle intercettazioni "sfuggite" e, in particolare, su questo passo del controesame:
Avv. Prioreschi: Intercettazione del 5.1.2005, ore 14.30, tra Fazi e Bergamo, dove questi riferisce di telefonate di Moratti, e di una cena che aveva organizzato con Facchetti, perché si lamentavano degli arbitri, e di un'altra telefonata in cui Bergamo riferisce di colloqui con Moratti. Ora, noi abbiamo cercato queste interlocuzioni tra Bergamo e Moratti, ma non le abbiamo trovate. Lei sa spiegare perchè queste telefonate non ci sono? Visto che il telefono di Bergamo era intercettato?
Auricchio: Non lo so, non so dare spiegazioni.
PM: Qualcosa sarà sfuggita, magari non tutti i telefoni erano sotto controllo.
Bucare una notizia così è grave per un cronista. Galdi, non così!

Il 30 marzo a Napoli va in scena un'altra importante udienza, Galdi non c'è, ed il giorno dopo sulla Gazzetta scrive 6 righe Malfitano Mimmo, che non dice niente, se non che: "È stata un'udienza interlocutoria, quella svoltasi ieri mattina a Napoli, al processo per Calciopoli. [...] Spesso il teste ha risposto: «Non ricordo»". Interlocutoria? Leggete le domande degli avvocati De Vita, Picca e Morescanti, e le risposte di Auricchio, leggete il controesame ficcante dell'avvocato Gallinelli che, tra le altre domande, ne fa una ad Auricchio sulla fuga di notizie, subito stoppata dal pm. Approfondire quella domanda ha portato a scoprire come si era conclusa quell'indagine ed il ruolo di Galdi nell'indagine Calciopoli.

Il 2 aprile pubblichiamo le prime intercettazioni "sfuggite" e da allora anche i media più distratti non hanno potuto più disinteressarsi al processo. C'è chi ha resistito anche sette giorni, come l'ultimo dei giapponesi, ma alla fine ha dovuto cedere. Da quel momento non è più il processo seguito da pochi intimi, persino Ruggiero Palombo si affaccia dal Palazzo di vetro e vede "Buchi nell'indagine", e nell'aula di Napoli si deve sgomitare per entrare.

Il 13 aprile Galdi, da quel momento coadiuvato da Valerio Piccioni, si spende molto per spiegare "Dal sistema-Moggi allo scandalo": scrive sull'udienza: Scossa Moggi Ammesse altre 74 telefonate - Si è tenuta l'attesissima udienza del processo penale. Atmosfera scoppiettante in aula: tra gag e cori da stadio, il legali dell'ex d.g. della Juve e Auricchio, l'ufficiale che ha condotto le indagini. Sempre lo stesso giorno scrive un articolo dedicato alla difesa di Moggi: "La difesa di Moggi «A casa Bergamo anche Facchetti»" ed uno nel quale riporta tutta la replica del pm Narducci che parla di "Una manovra di mistificazione". Non è più possibile vivacchiare e scrivere il minimo sindacale, occorre darci dentro.
Dal 15 aprile, e fino all'udienza del 20 aprile, Galdi appare come il migliore interprete delle "voci" della Procura. Inizia chiedendosi: "Perché soltanto adesso? Perché le intercettazioni bis si sono fermate ai box più di tre anni prima di conquistare la scena del processo penale e, forse, riconquistare quella della giustizia sportiva? È l'ennesimo mistero di Calciopoli. [...] Naturalmente è un materiale imponente, da perderci occhi e notti, pure di diverse persone. Ma tre anni, poco più o poco meno, è un tempo lungo. La difesa di Moggi ha spiegato che è stato necessario un lavoro di recupero dei numeri telefonici, di incrocio delle utenze, fra l'altro sottolineando che c'è ancora del materiale non «esplorato», file che non si aprono e che potrebbero fornire altre novità. Questa versione non corrisponde però a ciò che sostengono in Procura, dove assicurano che il materiale è accessibile". Galdi non sa ancora che l'11 maggio i pm, in risposta al ritrovamento delle intercettazioni "sfuggite", chiederanno l'acquisizione di ben 78 telefonate, cinque anni dopo averle potute ascoltare.
Il 17 aprile Galdi, che si dimostra informato sull'attività dei pm, scrive: "Contropiede della Procura. Le telefonate di rimbalzo". "Mentre Moggi è al cellulare italiano, lo si sente intercettato su un'altra linea con un arbitro. [...] La controffensiva è pronta. Si chiama «schede svizzere». La Procura di Napoli vuole infatti sottolineare l'ammissione della stessa difesa di Luciano Moggi sull'argomento, con la domanda dell' avvocato Trofino al colonnello Auricchio, responsabile delle indagini di Calciopoli, durante il controesame".
Il 20 aprile, giorno di un'udienza andata quasi buca per la nube islandese, Galdi scrive l'articolo "Procura e difesa alla guerra delle telefonate", anticipando su cosa stanno lavorando i pm: "E' a rischio anche l'arrivo dei due carabinieri che intercettarono per la procura di Torino. Proprio su quelle intercettazioni i pm Narducci e Capuano stanno preparando comunque in queste ore il loro lavoro. [...] Sicuramente i pm Narducci e Capuano interrogheranno i due carabinieri citando una telefonata brevissima, ma a loro giudizio fortemente significativa, tra Luciano Moggi e Pierluigi Pairetto all' immediata vigilia di un sorteggio da effettuarsi per un turno infrasettimanale".
Il 27 aprile, prima dell'udienza, Galdi prevede: "Probabile che siano annunciati altri «atti d' indagine» da parte dei pm Stefano Capuano e Giuseppe Narducci", cosa che puntualmente avviene e che Galdi riporta nell'articolo del giorno dopo: "L' ultimo rilancio è dell'altro pm Stefano Capuano: «Da domani nuovi atti investigativi sono a disposizione delle difese». Documenti, pare di una certa rilevanza".
Il 29 aprile Galdi scrive un primo articolo su "Il diario di Facchetti sul «sistema M»", ed il 1° maggio ne scrive un secondo "Le schede segrete agli arbitri fedeli". "Il diario di Facchetti con le confessioni di Nucini sul sistema «M». «Le sim servivano all' organizzazione per alterare le partite»", e dimostra che ha preso visione del memoriale di Facchetti, perché ne riporta fedelmente degli stralci tra virgolette. Ma Galdi ha riportato tutte le cose importanti contenute nel memoriale? Perché Galdi riporta "In particolare, fra le confidenze di Nucini a Facchetti c'era un Avellino-Messina pieno di polemiche, «con alcune dichiarazioni molto dure dell'allenatore Zeman (allora all' Avellino)»", ma quella partita fu arbitrata proprio da Nucini, e qualche domanda sorge spontanea.

Il 6 maggio Galdi dimostra, ancora una volta, di sapere in anticipo quello che il pm Narducci dirà in aula qualche giorno dopo, l'11 maggio, e scrive "Il mistero dei dvd. Da dove sono usciti?". Nell'articolo aggiunge "Il giallo dei cd e dei dvd delle 171 mila intercettazioni di calciopoli continua. Ma ora la sfida fra difese di Moggi, le parole sono del consulente informatico Nicola Penta, e Procura va sul pesante. In sostanza: da dove sono usciti gli audio su cui consulenti e avvocati hanno lavorato giorno e notte per scovare le famose intercettazioni-bis? [...] Il giallo sugli audio riaggiorna a cascata tutti i faccia a faccia di queste ultime settimane. Per esempio, da dove veniva l'audio che girava per la rete sulla famosa disputa sul «metti dentro» (Collina lo dice Bergamo o Facchetti?) e che fu fatto ascoltare dall'avvocato Trofino? Era preso in cancelleria come sostengono i legali? E se non è così, come sostiene la Procura, di quale cd e dvd è figlio?".
Avrete capito che monitoriamo quanto scrivono certi giornalisti da anni, e Galdi è uno di questi. Le sue cronache dal processo e i suoi articoli ci avevano sempre dato l'impressione di un giornalista che avesse simpatia per una sola delle parti in causa nel processo. La scoperta del suo ruolo nelle indagini di Auricchio e Di Laroni ha solo dato conferma a quelle che erano "impressioni". Auricchio ha detto ai pm che hanno indagato sulla fuga di notizie che Galdi "lo faceva perché era gratificato dal collaborare con gli investigatori". A leggere gli ultimi articoli di Galdi, viene spontaneo chiedersi se la "collaborazione gratificante" con una delle parti in causa sia finita o continui ancora.

Un'ultima annotazione: l'udienza dell'11 maggio la racconta ai lettori della Gazzetta il solo Valerio Piccioni, ma la linea non muta granché. Piccioni scrive che Ancelotti dice di De Santis "che aveva «un rapporto confidenziale con Moggi. Era una mia sensazione»", ma evita di scrivere che Ancelotti dice anche che De Santis dava del tu a tutti, ed evita anche di riportare che quando il Pm chiede se avesse mai sentito di una 'torta' preparata nel 1999-2000, Ancelotti risponde: "Non l'ho mai detto, anzi quel campionato perso a Perugia ce l'ho ancora addosso. Fu strano perdere in quel modo, altroché".
La Gazzetta, per Auricchio, è un giornale super partes (ridiamoci un po' su).


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