auricchioRiceviamo da un lettore e pubblichiamo:

C'erano un argentino, un milanese e due napoletani...
Sembrerebbe l'inizio di una barzelletta... In effetti la storia che sto per raccontarvi forse un po' lo è.
Roma, Palazzo Valentini (sede istituzionale della Provincia di Roma), giovedì 27 maggio ore 17,30.
Si presenta il libro di Pablo Llonto ("I mondiali della vergogna"), un giornalista argentino che, trentadue anni dopo, ritorna sui Mondiali del '78 e sui misfatti di cui si macchiò il regime militare argentino dell'epoca.
La prefazione del libro è a firma di Giuseppe Narducci, il PM di Napoli.
L'accostamento per la verità mi pare singolare; la curiosità mi vince. Andiamolo a sentire questo dottor Narducci, andiamo a vederlo da vicino.
Le sue apparizioni al processo di Napoli non mi sono piaciute ma, lo so, quando c'è di mezzo la Juve torno bambino: l'amore mi acceca.
Devo superare i miei pregiudizi: un po' di obiettività, mi dico, e tutto sarà più chiaro.
Alcune fortunate coincidenze mi portano nel centro di Roma in prossimità dell'orario previsto per l'inizio della presentazione e così mi convinco.
La sala è ampia: molte file di sedie (sufficienti per almeno 150 persone), diversi posti vuoti.
Una rapida occhiata al palco dei relatori. Riconosco solo Gianni Minà. Mmmh... Non è un buon inizio: vabbè che devo essere obiettivo, ma certo non potete chiedermi miracoli.
L'inizio dell'intervento di Pablo Llonto fortunatamente mi rapisce... ma dov'è Narducci? Comincio a scrutare la platea ma non lo vedo: dannazione, magari non è venuto!
Guardo la prima, la seconda, la terza fila quando, all'improvviso, scorgo, sia pur di spalle, una sagoma divenutami negli anni (purtroppo) familiare... No, non è Narducci... E' il "petroliere" cartonato, l'indossatore di scudetti altrui... E' proprio lui, Massimino Moratti!!!
E che ci fa Moratti qua? Pochi giorni dopo aver vinto la Champions, alla presentazione di un libro sui Mondiali del '78 e sul generale Videla, a Roma... Tutto questo mentre José lo ha appena mollato e Florentino non vuole neppure pagargli la penale.. Mah... Deve aver avuto davvero i suoi buoni motivi...
Non a caso mi sembra molto distratto, poco interessato al contenuto degli interventi.
Come uno scolaro indisciplinato è sempre lì a parlottare fitto fitto con il suo "compagno di banco"... Eh sì, perchè ci sono molti posti vuoti nella sala, ma la sedia vicina a quella del "petroliere" è occupata.
Deve essere un suo caro amico, mi dico: stanno sempre a parlà...ma allora che ce o' venuti a fa'? Quanto gli piace chiacchiera' a 'sti due, oh...
La curiosità cresce.
E chi sarà mai sto "compagno di banco" del petroliere? Magari è uno famoso... Che ne so, Cobolli Gigli... O magari Oriali (mi tornerebbe pure utile, devo rinnovare il passaporto)... No, niente, non si gira... Riesco a vederlo solo di profilo...
Certo, visto così, mi ricorda qualcuno... Però no, non può essere lui... Ma figurati... In Italia la giustizia è ancora una cosa seria...
Niente da fare, sono sempre il solito: mi è bastato intravedere la sagoma di Moratti ed il fanciullino bianconero che è in me (da quattro anni pure un po' incazzato) riprende il sopravvento e mi annebbia la vista...
Come fai a pensare certe cose? Come puoi anche solo pensare che lì, seduto vicino al "petroliere", a parlottare fitto fitto con lui come due vecchi amici, come due compagni di mille battaglie, come protagonisti di tante "zingarate" ci possa essere lui: Attilio Auricchio!!! Non ci voglio credere... Si sta girando...
Cazzo! E invece è proprio lui! Il Colonnello della Benemerita Arma dei Carabinieri, Attilio Auricchio!
Il segugio di Calciopoli: quello che "l'Inter non ci interessa"; quello che trascrive le telefonate su Ilaria D'Amico e considera irrilevanti quelle sulle grigliate di Facchetti.
Lui sì, proprio lui, il testimone che ha già deposto al processo di Napoli e che parlotta fitto fitto con il testimone (Moratti) che a Napoli deve ancora deporre.
Sempre lui, quello che, trascrivendo 4.000 telefonate su 171.000, si è dimenticato di valutare la rilevanza non solo penale ma anche sportiva delle telefonate che non ha trascritto.
Lui che - così facendo e con la gentile collaborazione della Procura Federale della FIGC - ha fatto maturare la prescrizione sportiva regalando uno scudetto e l'impunità sportiva all'Inter e che parlotta fitto fitto con chi ha beneficiato dei suddetti graditi omaggi.
Lui, il persecutore di reati che parlotta fitto fitto con il consigliere di amministrazione di una società la cui security è accusata di aver spiato illegalmente mezza Italia politica, economica e sportiva e che per questo è sotto processo (la società) a Milano.
Lui, il custode della legalità che parlotta fitto fitto con il socio di Tronchetti Provera, quello che ammalia la "rosea" ma evidentemente non convince altrettanto la Panasiti, il GUP di Milano che ha trasmesso gli atti alla Procura per un supplemento di indagini sulla questione della security Telecom che faceva tutto da sola.
Il fanciullino bianconero sta prendendo il sopravvento e mi urla in testa: hai visto? Bisogna sempre credere ai bambini.
Mi difendo... Cerco di far prevalere le ragioni della ragione: ma no, dai ,è tutto legale.
Il fanciullino insiste: probabilmente è tutto legale, ma certo è tutto molto strano.
Mi arrendo: effettivamente è tutto molto strano.
Che c'entra Auricchio con i Mondiali del '78 e con Videla? Che c'entra Moratti con i Mondiali del '78 e con Videla? E se c'entra Moratti come mai solo lui e non anche almeno uno degli altri 19 presidenti di serie A?
La presentazione del libro si avvia alla conclusione: è il momento dei saluti e dei ringraziamenti che dal palco vengono innanzitutto rivolti a "Pino"... sì lo chiamano così il dott. Narducci... adesso finalmente lo vedo...E' poi la volta di Valerio Piccioni, il giornalista della Gazzetta che ora si alterna con Galdi nel fare i resoconti delle udienze da Napoli...
E' una riunione in cui sono tutti amici... Così si dicono gli uni con gli altri nel momento dei saluti e dei ringraziamenti...
Il fanciullino bianconero mi urla: ma lo erano anche e lo erano già nel 2004, tutti amici?
Non gli rispondo.
Sono perplesso, un po' stordito.
Siamo tutti in piedi, un signore con abito chiaro si avvicina al Colonnello Auricchio (sembrano in confidenza) ed a bassa voce gli fa: "Scusa, l'unica cosa che non ho capito è che c'entra Moratti?".
Il Benemerito si schernisce evasivo, balbettando un "No, niente, ha dato la disponibilità dei calciatori". Una risposta in linea con quelle fornite al processo in qualità di testimone. Molto poco convincente.
E' tutto molto strano, ma almeno mi consolo: la stranezza l'abbiamo colta almeno in due.
Non di più, purtroppo.
Sono passati cinque giorni ormai. E mentre la notizia di Moratti e Narducci che se ne vanno via insieme in ascensore sui giornali ci è arrivata, la presenza di Auricchio si è dissolta come quella di un fantasma.
Ha ragione il fanciullino bianconero. Il folle amore per la Juve non acceca: aguzza solo la vista. C'erano un argentino, un milanese e due napoletani...
Purtroppo non è una barzelletta.
Noi ci teniamo solo l'argentino e con lui il coraggio delle madri di Plaza de Mayo e la loro voglia di verità.


Dunque, sui giornali abbiamo letto della presenza di Moratti e di Narducci, nessuno ha notato quella del Colonnello Auricchio, seduto accanto al presidente interista. Se ad Auricchio e Narducci aggiungiamo Piccioni, l'inviato della Gazzetta al processo di Napoli, otteniamo un triplete di tutto rispetto, non c'è che dire. Tutti in trasferta a Roma, tra l'altro, che coincidenza! Qua sotto potete visionare il filmato (ripreso con un cellulare, ndr) che l'amico lettore ci ha inviato a corredo.


Toh, con Narducci e Moratti spunta anche Auricchio
Clicca sulla miniatura per vedere l'incontro Narducci-Moratti-Auricchio